«Quella sera, il cadavere a Campo Spina non c’era», queste sono le parole di chi conosce bene quel posto, perchè ci passa gran parte della giornata. Su quella stradina tra le alture del Partenio, che porta al rifugio di Santa Filomena: cercatori di funghi e tartufi, cacciatori, pastori, operai delle imprese dedite al taglio boschivo. Se l’omicidio di Di Grezia fosse avvenuto nella giornata di mercoledì qualcuno si sarebbe accorto del cadavere. Ma, probabilmente, così non è stato.
I colpi inferti alla schiena, la posizione del cadavere sulla neve, pancia all’aria e mani ritratte all’indietro, la giacca rialzata sul volto, danno l’impressione che qualcuno abbia trascinato il corpo del 31enne di Mercogliano, dopo averlo scaricato probabilmente da un’auto, magari nottetempo, approfittando del buio e del luogo isolato. Sul posto dove è stato trovato il corpo, non sono stati ritrovati bossoli a terra. Un ulteriore elemento che lascerebbe confermerebbe che l’omicidio sia avvenuto altrove.