Il padre la rimprovera, ma lei non riesce a sopportarlo e decide di togliersi la vita Avrebbe compiuto 14 anni il prossimo giugno, ma oggi pomeriggio si è uccisa impiccandosi con una corda all’armadio della sua stanza, forse per un rimprovero del padre, forse per un’incomprensione o per una lite tra amici. Frequentava la terza media in un quartiere distante dalla sua casa e all’inizio dell’anno scolastico aveva lasciato volontariamente il suo vecchio istituto dove aveva fatto le elementari e primi due anni di media. Su uno dei due biglietti lasciati nella sua stanzetta, senza destinatario, si legge: «Avete visto? Siete contenti?». È stato il padre a scoprire il corpo della figlia appeso a quella corda. Disperato, ha cercato di soccorrerla, di darle aiuto, di riportarla in vita. La folle corsa in ospedale è servita a poco, così come inutili sono stati i tentativi di rianimarla al pronto soccorso dell’ospedale «Vittorio Emanuele»: il cuore della ragazzina si era fermato per sempre. I carabinieri ora stanno cercando di appurare se c’è stata istigazione al suicidio e stanno interrogando familiari, parenti, insegnanti, qualche compagno di scuola e i ragazzi con cui si vedeva più spesso. E si cerca di definire il quadro caratteriale e comportamentale della ragazza. Le indagini sono coordinate dal pubblico ministero del tribunale di Gela, Lara Secaccini. Sequestrati telefonino e personal computer, mentre si cercano eventuali diari o appunti e si scruta con attenzione il profilo Facebook della tredicenne, che si era scelto un nomignolo da aggiungere al suo nome e cognome. Una foto, sul social network, la ritrae con una scritta sull’avambraccio: «Stay strong», scritto probabilmente con il rossetto; un appello alla forza che non è servito a salvarla. La ragazzina ha rinunciato presto a lottare e a modo suo pare che abbia voluto dare una lezione a qualcuno, nella maniera più tragica e incomprensibile. A chi? Si cerca ora anche un possibile fidanzato, visto che sul profilo facebook si descriveva «impegnata», accanto all’icona del cuore. La famiglia vive in condizioni modeste ma dignitose. I genitori avevano un’attività commerciale che poi hanno venduto. Il padre viene descritto come una persona premurosa, attento a non far mancare nulla alla moglie e ai tre figli. Una famiglia come tante, con un reddito modesto ma unita. Nessuno, tra i conoscenti della tredicenne, avrebbe mai sospettato un gesto così estremo.