Continua incessante l’attività di indagine dei Carabinieri della Compagnia di Montella che, nell’ambito dei servizi predisposti dal Comando Provinciale di Avellino, hanno arrestato un altro dei componenti della banda dedita al riciclaggio di mezzi pesanti. Tutto era iniziato lo scorso 12 febbraio quando a Montella era stato messo a segno un duro colpo ai danni di imprenditore locale a cui erano stati rubati un camion, un carrellone ed un escavatore, per un valore complessivo di circa 100 mila euro.
Serrato era stato il lavoro dei Carabinieri che, in pochi giorni, e precisamente il 21 febbraio, arrestavano tre persone per riciclaggio: nel corso dell’operazione, oltre ai mezzi pesanti rubati a Montella, venivano rinvenuti anche altre macchine operatrici oggetto di furti, per un valore di circa 700 mila euro. Il lavoro dei Carabinieri di Montella, tuttavia, non si esauriva con il rinvenimento e la restituzione dei mezzi ai legittimi proprietari ma continuava senza sosta: ieri, sempre a Capaccio, è stato individuato un altro esponente di rilievo della banda, un egiziano 50enne, che aveva stabilito la sua dimora nel cilento ma che, frequentemente e “per affari”, si spostava sia nei paesi dell’est che in quelli del medio oriente.
Le risultanze investigative dei Carabinieri permettevano, sinteticamente, di accertare che l’egiziano quando si spostava, acquistava e vendeva mezzi pesanti e, tra questi, anche quelli già riverniciati e con numero di telaio ripunzonato perché oggetto di furto. Durante la perquisizione operata dai carabinieri ed a testimonianza di quanto già accertato dagli stessi militari, all’egiziano veniva sequestrato un potente SUV, oggetto di furto nella capitale: grazie alla ripunzonatura, al SUV rubato era stato assegnato un altro numero di telaio e circolava con i documenti “puliti” di una vecchia macchina.
Denunciata, inoltre, la proprietaria dell’abitazione dove l’egiziano aveva stabilito la sua dimora, che gli faceva da prestanome, essendo ella intestataria del veicolo nonché proprietaria del capannone dove i mezzi venivano riverniciati e “truccati” con la contraffazione dei numeri di telaio. L’egiziano, tratto in arrestato per “riciclaggio”, è stato tradotto presso la casa circondariale di Salerno Fuorni. Si continua ad indagare per identificare ulteriori complici.