Gli Agenti della Squadra Mobile della Questura di Avellino, nella mattinata odierna, hanno dato esecuzione ai provvedimenti della misura cautelare della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio nei confronti di 3 dipendenti del Comune di Atripalda. Gli stessi, sono ritenuti responsabili di aver posto in essere, in concorso, un’attività illecita consistente nell’inserire nel sistema informatico voci stipendiali non dovute in relazione ai livelli retributivi previsti per le qualifiche rivestite, disponendo altresì mandati di pagamento recanti importi maggiorati che venivano inoltrati alla tesoreria comunale che procedeva all’accredito dello stipendio. Le indagini che hanno consentito di acclarare la responsabilità dei tre impiegati comunali risalgono alla fine del mese di febbraio del decorso anno, allorquando veniva sporta formale denuncia dal primo cittadino del Comune di Atripalda il quale, unitamente ad altri dipendenti, presso gli Uffici della Squadra Mobile, esponeva le presunte anomalie accertate nel sistema informatico di contabilizzazione degli stipendi comunali. Nel corso dell’attività investigativa emergevano inconfutabili elementi di colpevolezza a carico dei tre dipendenti i quali, avvalendosi di specifiche conoscenze informatiche si erano appropriati, a più riprese, di somme di denaro che venivano contabilizzate sulle rispettive buste paga. Lo stratagemma usato consisteva nell’inserirsi all’interno del sistema, agevolati anche dalla loro funzione dirigenziale in seno al Comune, ritoccare a proprio vantaggio gli stipendi, inserendo voci non corrispondenti all’effettiva attività prestata, formare dei mandati di pagamento falsati in modo da scongiurare il controllo ed inviare tali emolumenti “taroccati” alla Tesoreria Comunale, che emetteva i pagamenti degli stipendi. In alcuni casi l’attività d’indagine ha permesso di individuare che le buste paga “lievitate” venivano utilizzate dagli indagati per accedere a benefici di credito per la cessione del quinto dello stipendio presso alcune società di finanziamento; tutto ciò avveniva anche creando documentazione falsata a firma degli indagati seppur non competenti all’inoltro di tali istanze. Pertanto si procedeva alla notifica dei provvedimenti agli indagati, alle banche ed agli altri istituti di credito ove risultavano presenti conto correnti ed altre disponibilità finanziarie riconducibili ai tre indagati. L’indagine portata a termine dagli investigatori di Polizia si è rivelata alquanto complessa in considerazione del riesame attuato su tutti i documenti contabili del Comune che ha imposto un sequestro massiccio di documentazione cartacea ed informatica che già agli inizi del dicembre 2015 aveva dato i suoi frutti con l’emissione di un provvedimento di sequestro preventivo per l’equivalente per l’importo di oltre 162.000 euro a carico dei tre indagati.