Il 12 luglio scorso si è verificato uno dei più gravi incidenti ferroviari mai avvenuti in Italia. Attorno alle ore 11 due treni delle Ferrovie Barinord, in Puglia, si sono scontrati frontalmente in un tratto a binario unico. L’incidente ha causato 23 morti e 52 feriti e sono in corso le indagini per accertare le responsabilità della strage, avvenuta tra Corato e Andria. Il direttore generale di Ferrotramviaria spiega che il convoglio che arrivava da Andria “non doveva esserci”. Anche secondo i media locali l’incidente si sarebbe verificato a causa di un errore umano. In pratica uno dei due convogli sarebbe partito in anticipo dalla stazione di provenienza. Nella tratta è in uso il sistema del blocco telefonico, come dire che il via libera ai treni è dato da una comunicazione attraverso telefono tra gli operatori delle varie stazioni. Secondo il Corriere del Mezzogiorno, invece, ci sarebbe stato un guasto dei sistemi che regolano le coincidenze. La linea ferroviaria dell’incidente da circa dieci anni è tra quelle che garantiscono, dati alla mano, il numero minore di ritardi e disservizi. Rispetto ai treni locali della Lombardia, del Veneto, ma anche di Belgio, Olanda, ecc. la Barinord appare come una delle reti ferroviarie locali più efficienti. Personale molto professionale, pulizia massima, treni nuovi, confortevoli, con tutte le rastrelliere per le biciclette, aria condizionata sempre funzionante. Il binario unico riguarda solo un tratto limitato della linea, come accade in quasi tutti i Paesi europei e sta per essere raddoppiato. Il cantiere per il raddoppio di 12 chilometri di linea è stato finanziato quasi interamente con fondi comunitari quattro anni fa e il cronoprogramma prevedeva l’ultimazione dei lavori entro il 30 giugno 2015. Ma i lavori finanziati dalla Ue per circa 33 milioni di euro, parte di una erogazione complessiva di 180 milioni, non sono mai partiti. Fallito il cronoprogramma “per motivi burocratici”, dice oggi Ferrotramviaria, la Regione ha riprogrammato i lavori, spostandoli dai Fondi Europei 2007-2013 al 2014-2020, ma ad oggi l’appalto non è stato ancora assegnato. A seguito del disastro non è mancato uno sterile sciacallaggio mediatico che ha dipinto un quadro distorto di treni fatiscenti, arretratezza strutturale o generiche responsabilità politiche. Si è verificata una tragedia per via di un errore umano. Chi l’ha commesso o ha già pagato (con la vita) o pagherà con una condanna. L’ultima di queste tragedie è avvenuta sei mesi fa in Germania. Nessuno ha parlato di responsabilità politiche del governatore o del governo federale e nessuno si è permesso di fare studi etnografici sull’arretratezza di quella parte del popolo tedesco. È un incidente che poteva capitare ovunque. Ciò detto, è conclamata la asimmetria tra i servizi ferroviari “da Napoli in su” e quelli nel resto della Campania, Calabria, Puglia e Sicilia. Il contesto del trasporto ferroviario in queste regioni è vergognoso. Ed è peggiorato progressivamente negli ultimi 10 anni. Ciò però non autorizza alla menzogna perché giornalisticamente ogni piccola verità deve essere ripristinata, per pretendere un futuro diverso. Quindi, in conclusione, non accettiamo lezioni da chi parla di cose che non conosce. Non accettiamo, specie noi meridionali, i pensieri patetici di chi vuole solo farsi notare: che vadano a mare a sfornare selfie col bicchiere in mano, che è meglio.
Pierluigi Perretta