Negli ultimi anni si è parlato molto di inquinamento, di criminalità legata all’ambiente e della consapevolezza di aver deturpato nei secoli il nostro pianeta. L’Istituto superiore di sanità (ISS), ha ideato il Progetto SENTIERI (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento) i cui primi risultati sono stati pubblicati nel 2010 e 2011 su Epidemiologia & Prevenzione.
Un elenco di Comuni italiani pubblicato nel 2012 nel dossier del ministero della Salute sui 44 luoghi e siti più inquinati d’Italia. Oltre 6 milioni di italiani rischiano ogni tipo di patologia, dai tumori all’asma e su 44 siti inquinati oltre ogni limite di legge una lunga lista ricade nel territorio tra Napoli e Caserta, nella cosiddetta “Terra dei Fuochi”
Come si evince dalla mappa sovrastante a rischio ambientale troviamo tutti i comuni del litorale domizio flegreo e dell’agro aversano tra Caserta e Napoli. “Il Decreto di perimetrazione del sito di interesse nazionale (Sin) elenca la presenza di discariche. – si legge nel dossier – Nel Sin sono stati osservati eccessi della mortalità in entrambi i generi per tutti i principali gruppi di cause, con eccessi di mortalità per il tumore polmonare, epatico e gastrico, del rene e della vescica. I risultati hanno, anche, mostrato un trend di rischio in eccesso all’aumentare del valore dell’indicatore di esposizione a rifiuti per la mortalità generale, per tutti i tumori e per tumore epatico in entrambi i generi, e per il tumore polmonare e dello stomaco nei soli uomini“.
Rossa è anche la zona del litorale vesuviano: Comuni di Boscoreale, Boscotrecase, Castellamare di Stabia, Ercolano, Napoli, Pompei, Portici, San Giorgio a Cremano, Terzigno, Torre Annunziata, Torre del Greco e Trecase.
“Il Decreto di perimetrazione del Sin elenca la presenza delle fonti di esposizione: amianto e discariche. I dati di mortalità mostrano eccessi per le malattie degli apparati digerente e genitourinario negli uomini e nelle donne. In assenza di correzione per indice di deprivazione, nelle donne vi è un eccesso per tutte le cause e per tutti i tumori. Negli uomini tantissimi i casi di tumore alla pleura“.
Questo l’elenco dei siti campani aggiornato al marzo 2014:
Acerra • Arienzo • Aversa • Bacoli • Brusciano • Caivano • Camposano • Cancello ed Arnone • Capodrise • Capua • Carinaro • Carinola • Casagiove • Casal di Principe • Casaluce • Casamarciano • Casapesenna • Casapulla • Caserta • Castel Volturno • Castello di Cisterna • Cellole • Cervino • Cesa • Cicciano • Cimitile • Comiziano • Curti • Falciano del Massico • Francolise • Frignano • Giugliano in Campania • Grazzanise • Gricignano di Aversa • Lusciano • Macerata Campania • Maddaloni • Marcianise • Mariglianella • Marigliano • Melito di Napoli • Mondragone • Monte di Procida • Nola • Orta di Atella • Parete • Pomigliano d’Arco • Portico di Caserta • Pozzuoli • Qualiano • Quarto • Recale • Roccarainola • San Cipriano d’Aversa • San Felice a Cancello • San Marcellino • San Marco Evangelista • San Nicola la Strada • San Paolo Bel Sito • San Prisco • San Tammaro • San Vitaliano • Santa Maria a Vico • Santa Maria Capua Vetere • Santa Maria la Fossa • Sant’Arpino • Saviano • Scisciano • Sessa Aurunca • Succivo • Teverola • Trentola-Ducenta • Tufino • Villa di Briano • Villa Literno • Villaricca • Visciano • Boscoreale, Boscotrecase, Castellammare di Stabia, Ercolano, Napoli, Pompei, Portici, San Giorgio a Cremano, Terzigno, Torre Annunziata, Torre del Greco e Trecase.
Queste, invece, le altre aree d’Italia più inquinate ed elencate nel dossier del Ministero della Salute:
Emarese (Aosta), Pieve Vergonte (Verbania, Cusio, Ossola), Balangero (Torino), Casal Monferrato (Alessandria), Serravalle Scrivia (Alessandria), Cengio (Savona) e Saliceto (Alessandria), Cogoleto-Stoppani (Genova), Pitelli (La Spezia), Sesto San Giovanni (Milano), Cerro al Lambro (Milano), Pioltello Rodano (Milano), Broni (Pavia), Brescia, Laghi di Mantova, Bolzano, Trento Nord, Venezia Porto Marghera, Laguna di Grado e Marano (Udine), Trieste, Fidenza (Parma), Sassuolo (Modena) e Scandiano (Reggio Emilia), Massa e Carrara, Livorno, Piombino (Livorno), Orbetello (Grosseto), Terni-Papigno, Falconara Marittima (Ancona), Basso bacino del fiume Chienti (Macerata e Ascoli Piceno), Bacino idrografico del fiume Sacco (Roma e Frosinone), Tito (Potenza), Val Basento (Matera), Manfredonia (Foggia), Bari-Fibronit, Taranto, Brindisi, Crotone-Cassano-Cerchiara (Cosenza), Milazzo (Messina), Biancavilla (Catania), Priolo (Siracusa), Gela (Caltanissetta), Porto Torres (Sassari), Sulcis-Iglesiente-Guspinese (Cagliari).
In queste aree i tumori sono aumentati del 90% in soli dieci anni e sono zone che attendono una bonifica dal 1996 che purtroppo non arriva ancora. Aumenta la mortalità, che a parte i due periodi bellici, non ha mai toccato livelli così alti. Una strage immane forse soprattutto perché silenziosa e celata, ma quando lo capiranno i nostri governanti sarà già troppo tardi, o forse già lo è.
Fonti e riferimenti bibliografici:
Dossier Sentieri
Studio di Gianni Lannes
(articolo tratto dal giornale online Vesuviolive.it)