La tragica strage del bus di Acqualonga, che nel luglio del 2013 ha causato la morte di 40 persone, continua a far parlare di sé, con nuovi sviluppi giuridici. È stata fissata per il primo aprile 2024 l’udienza in Cassazione per i tredici imputati condannati in appello, che avevano presentato ricorso contro la sentenza di secondo grado emessa lo scorso 28 settembre 2023 dalla Corte di Appello di Napoli.
I giudici di secondo grado, infatti, avevano modificato le assoluzioni emesse in primo grado e riformato le pene inflitte agli imputati coinvolti nella tragedia. Tra i condannati, alcuni dirigenti di Autostrade per l’Italia, dipendenti della Motorizzazione Civile di Napoli, e il titolare dell’azienda di trasporto Gennaro Lametta.
Nel dettaglio, il tribunale di appello ha rideterminato le pene per diversi imputati: Giovanni Castellucci, Riccardo Mollo, Massimo Giulio Fornaci, e Marco Perna sono stati condannati a sei anni di reclusione per omicidio colposo plurimo, disastro colposo e lesioni, con l’attenuante del risarcimento del danno. Altri imputati, come Giulio Spadavecchia e Paolo Berti, hanno visto la loro condanna ridotta a 5 anni. Le pene per Gianni Marrone, Bruno Gerardi, e Michele Renzi sono state fissate a 5 anni e 6 mesi.
In primo grado, Gennaro Lametta, titolare dell’azienda che gestiva il bus, era stato condannato a 12 anni, mentre Antonietta Ceriola, dipendente della Motorizzazione Civile, era stata condannata a 8 anni. Le decisioni di appello, pur riducendo alcune pene, hanno consolidato la responsabilità di diversi dirigenti e impiegati coinvolti nella tragedia.
Ora, con la fissazione dell’udienza in Cassazione, si apre una nuova fase di questo lungo processo legale, che potrebbe portare a nuovi sviluppi. Il primo aprile, i magistrati della IV Sezione Penale della Corte di Cassazione dovranno esaminare i ricorsi degli imputati contro la sentenza di appello, e sarà un passaggio fondamentale per capire se le condanne emesse dalla Corte d’Appello di Napoli saranno confermate o meno.
Il processo, che ha diviso l’opinione pubblica e il mondo politico, potrebbe quindi giungere alla sua conclusione definitiva, dopo oltre un decennio di indagini e battaglie legali.