20 minuti alle 18, pieno pomeriggio in Via Chiaromonte. I primi uffici spengono le luci, è ora di rientro per molti impiegati. C’è traffico ma un’auto in particolare sembra avere fretta.
Sfreccia inquieta sull’asfalto e chi è al volante ha una mano fissa sul clacson. Ha il cuore in gola perché il figlio neonato ha perso i sensi. 1 anno compiuto il mese scorso, ha improvvisamente smesso di rispondere a mamma e papà.
Un incubo durato un’eternità, da casa dritti in auto e poi a tutta velocità verso l’ospedale.
Il piccolo è tra le braccia terrorizzate della madre, avvolto in una coperta di paille.
Lo culla piangendo, gli dice di resistere, di aprire gli occhi ma nulla. Intanto il traffico aumenta e le speranze di farcela sembrano venire meno. Poi accade qualcosa. Una pattuglia di carabinieri della stazione di Barra è poco lontana. Sente il rombo del motore, quel suono inconfondibile di marce basse e accelerazioni nervose. E il suono disperato del clacson.
Seguono il frastuono e da lontano vedono quel corpicino stretto tra le braccia della madre. Comprendono tutto e si fanno largo con lampeggianti e sirene. Si piazzano davanti alla loro auto e gli fanno segno di seguirli.
Aprono la strada, fateci passare – urlano – è la più grave delle emergenze. Entrambi i carabinieri sono papà e possono solo immaginare lo stato d’animo dell’uomo che li tallona.
Sfilano tra i veicoli come il burro, corrono forte.
In pochi istanti sono nel pronto soccorso di Villa Betania. Scortano la madre e il piccolo all’interno e lo affidano ai medici.
Davanti ai loro occhi quel piccolo corpicino viene intubato. Le mani dei dottori battono forte sul suo petto per un massaggio cardiaco. Il suo cuore ha smesso di battere, è in arresto cardiocircolatorio. Il tempo si ferma, un silenzio irreale piomba nella stanza.
Poi il miracolo.
Un pianto dirompente infrange quel vuoto assoluto e si alza direttamente proporzionale al sollievo e alla gioia di tutti. Per i medici “un minuto in più e sarebbe morto”, per i genitori e i carabinieri una fiaba dell’orrore ma dal lieto fine.
Il piccolo ora sta bene, ancora tra le braccia della madre grata di aver incontrato due angeli in uniforme. Questa volta sul volto solo sorrisi e il regalo di Natale più bello già scartato.