Dopo Onofrio Sepe e Paolo Nappi, entrambi difesi dal penalista Raffaele Bizzarro, altri due imputati nel processo al clan Sangermano, condannati in primo grado dal Gup del Tribunale di Napoli nel processo con rito abbreviato chiuso il primo dicembre scorso, ottengono un’attenuazione della misura cautelare in carcere. Il magistrato ha infatti accolto anche le istanze relative a Salvatore Sepe, cognato del boss Agostino Sangermano, condannato in primo grado alla pena di dodici anni e due mesi, difeso dall’avvocato Giovanna Russo e Giuseppe Buonincontri, condannato ad otto anni e quattro mesi, difeso dagli avvocati Pasquale Napolitano e Francesco Picca. I due imputati avrebbero già lasciato i penitenziari di Secondigliano e Terni, dove erano detenuti per scontare ai domiciliari fuori dalla Campania la condanna irrogatagli. La Procura Distrettuale Antimafia di Napoli aveva opposto parere contrario ad entrambe le istanze. Il 9 maggio riprenderà davanti ai giudici del Tribunale di Nola il processo con rito ordinario a due degli imputati per cui la Dda di Napoli aveva chiesto il giudizio immediato; c’è anche il fratello del boss, Nicola Sangermano.