Finanzieri della Compagnia di Casalnuovo di Napoli, al termine di complesse indagini coordinate e dirette dalla Procura di Nola, hanno eseguito misure cautelari agli arresti domiciliari nei confronti di due persone, operanti nel settore delle aste giudiziarie, indagate per truffa aggravata e falso in atti pubblici. Gli arrestati avevano curato nei minimi particolari la predisposizione di atti tipici di un’assegnazione giudiziaria di immobili, fornendo ampie garanzie alle vittime in ordine alla bontà e proficuità dell’investimento proposto, attraverso la falsificazione anche di timbri e sigilli del Tribunale di Nola, firme di Giudici e Cancellieri, oltre i documenti di assegnazione degli immobili su carta intestata di Equitalia.
I Finanzieri hanno, infatti, operato le due ordinanze di custodia cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di Pone Antonio e della sua convivente Saladino Maria Paola Pasqualina, accusati di avere truffato un meccanico e una commerciante di Pomigliano d’Arco. Le indagini scaturiscono da due esposti presentati alle Fiamme Gialle di Casalnuovo di Napoli dai due piccoli imprenditori pomiglianesi entrati in contatto con gli indagati per la partecipazione ad alcune aste giudiziarie. Infatti, gli indagati, in possesso di una procura speciale da parte di un notaio di Napoli, si erano proposti di rappresentare gli acquirenti finali truffati, conosciuti tramite amici comuni, nel corso delle aste giudiziarie. Le immediate investigazioni condotte dalla Polizia Giudiziaria hanno permesso di scoprire il meccanismo dell’articolata truffa attuata dagli indagati: le perquisizioni disposte da questa Procura della Repubblica hanno consentito di acquisire supporti informatici e documentazione contenente prove schiaccianti circa la falsificazione di documenti relativi alle aste giudiziarie. Gli indagati hanno falsificato anche timbri e sigilli del Tribunale di Nola, firme di Giudici e Cancellieri, oltre i documenti di assegnazione degli immobili su carta intestata di Equitalia. Gli arrestati avevano curato nei minimi particolari la predisposizione di tutti gli atti tipici di un’assegnazione giudiziaria degli immobili, fornendo in tal modo ampie garanzie alle vittime, in ordine alla bontà e proficuità dell’investimento proposto. All’esito delle indagini è stato appurato l’illecito arricchimento degli indagati per circa 160 mila euro dati loro dalle ignare vittime attingendo dai propri risparmi. Di fatto, facendo ricorso all’esperienza maturata dalla partecipazione ad aste giudiziarie, gli arrestati avevano ottenuto la somma in anticipo rispetto all’aggiudicazione ingenerando nelle vittime il convincimento che si trattasse di un primo adempimento previsto dalla procedura. Approfittando della disponibilità delle vittime, inoltre, gli arrestati hanno richiesto ulteriorisomme proponendo l’acquisto di altri immobili tramite la medesima procedura. A tal punto i malcapitati hanno deciso di rivolgersi alla Guardia di Finanza di Casalnuovo di Napoli.