L’ultimo episodio si è verificato sabato scorso. Un ragazzo di ventitré anni è stato picchiato da un suo coetaneo, preso a calci e pugni. Il giovane è in ospedale e rischia di perdere un occhio, mentre l’aggressore è stato denunciato per lesioni gravi. La rissa, scoppiata in una traversa di Viale Italia, cuore della movida avellinese, è nata per futili motivi: la scintilla sarebbe stata il classico sguardo ad una ragazza. Tanto è bastato per scatenare la furia cieca: vittima uno studente universitario. L’episodio si è registrato in un clima di indifferenza totale, tanto che nessuno ha provveduto a richiedere l’intervento delle forze dell’ordine. Le notti del capoluogo, dunque, tornano a riempire le pagine della cronaca nera. Sono migliaia i giovani che frequentano i locali della città durante il fine settimana. Il consumo di alcool è fuori controllo e spesso gli animi si surriscaldano. Lo scorso luglio, stessa scena e stesso copione. Uno sguardo di troppo ad una ragazza aveva spedito in ospedale un ventenne di Mercogliano. In quell’occasione il questore Maurizio Ficarra dispose più controlli e pattuglie. C’è inoltre da far fronte alle lamentele dei residenti. Non c’è solo la protesta per la musica ad alto volume. La concentrazione dei giovani per strada è tale che il frastuono irrita i cittadini che vivono nel cuore della movida. Problema comune a molte città, certo. Ma che ad Avellino rischia di degenerare senza una sinergia tra tutti gli attori in campo: dai commercianti al comune, fino alle forze dell’ordine