
San Sebastiano al Vesuvio (NA) – È arrivata la sentenza per l’omicidio di Santo Romano, il 19enne studente e promessa del calcio ucciso lo scorso 4 novembre in piazza Capasso, nel pieno della movida vesuviana. Il giudice per l’udienza preliminare, Umberto Lucarelli, ha condannato il giovane imputato – all’epoca dei fatti minorenne – a 18 anni e 8 mesi di reclusione per omicidio volontario, tentato omicidio e porto abusivo d’arma da fuoco.
Secondo la ricostruzione dell’accusa, sostenuta dal pm Ettore La Ragione della Procura dei Minorenni, il delitto si è consumato al culmine di una lite scoppiata per un motivo banale: un pestone su una scarpa avrebbe innescato la reazione violenta dell’imputato, che ha estratto la pistola e sparato due colpi al petto della vittima.
La notizia della condanna ha scatenato forti tensioni all’esterno del Tribunale di Napoli, in viale Colli Aminei. Circa cinquanta persone si erano radunate per attendere l’esito dell’udienza: amici, compagni di scuola e conoscenti di Santo, arrivati anche da Milano, Casoria e Ponticelli – dove il giovane frequentava l’Istituto Archimede. Alla lettura della sentenza, i parenti hanno gridato tutta la loro rabbia: “La giustizia italiana fa schifo”, si è levato dal gruppo tra le lacrime e la disperazione.
“Basta violenza, basta armi”, ha dichiarato Mena De Mare, madre di Santo, che da mesi porta avanti la sua battaglia per la giustizia. Una madre coraggio, costretta a sopravvivere al proprio figlio e a convivere con un dolore che non conosce condanne sufficienti.