Non ce l’ha fatta nemmeno Marco Liberatore, il compagno di squadra del piccolo Sasà, vittima anche lui dell’incidente con il pulmino insieme ai compagni del Sulmona Rugby. Il 20enne è morto nell’ospedale de L’Aquila. Lunedì è stata fissata l’autopsia del giovane e subito dopo la data dei funerali. Intanto proseguono le indagini per chiarire la dinamica dell’incidente. Forse un colpo di vento, forse una distrazione. Una tragedia che si somma alla tragedia di Sasà, Salvatore, il rugbista di soli 15 anni che morì sul colpo al momento dell’ impatto. «Solo colpa mia», urlò il papà di Salvatore che quel giorno, a differenza delle altre volte, non guidava il pulmino per un problema al ginocchio e fu sostituito dal 20enne, Marco. «Una notizia – ha detto il presidente del Sulmona Rugby, Giovanni Forcucci – che nessuno voleva mai commentare ma la nostra società andrà avanti lo stesso nel nome di Sasà e di Marco». Il papà di Salvatore, riferisce chi è vicino alla famiglia, si è chiuso in un profondo silenzio. «Una tragedia che si aggiunge alla sua tragedia», dicono. E agli amici ha ripetuto che ha sperato e ha pregato fino all’ultimo che almeno Marco si salvasse. Ma non è successo. Marco si è dovuto arrendere dopo 21 giorni dall’incidente intorno alle 22,30 all’ospedale San Salvatore dell’Aquila. Era originario di Corfinio (L’Aquila). «Un altro angelo che sarà vicono a Sasà», dicono in paese.