Stavano rubando pannelli di plexiglas dall’interno della piscina comunale, ma sono stati sorpresi dai Carabinieri della Stazione di Solofra. Prosegue senza sosta la lotta alla piaga rappresentata dalla criminalità predatoria, condotta dal Comando Provinciale Carabinieri di Avellino e che ogni giorno vede impiegati i militari dell’Arma in un capillare controllo del territorio teso a garantire sicurezza e rispetto della legalità.
Nella serate di ieri, a finire nella rete del dispositivo preventivo messo in campo dall’Arma è stato un 33enne di Solofra, già noto alle Forze di Polizia il quale, unitamente ad un complice, si era introdotto all’interno della piscina comunale ed aveva asportato alcuni pannelli di plexiglas che, se immessi sul mercato, gli avrebbe fruttato un ragguardevole profitto.
Sfortunatamente per loro, l’azione delittuosa insospettiva un automobilista in transito il quale, a testimonianza dell’inestimabile valore aggiunto offerto dalla partecipazione della collettività al bene comune della sicurezza, non esitava ad allertare con tempestività il 112.
L’immediato intervento di una Gazzella dell’Arma consentiva di sorprendere con le mani nel sacco il presunto ladro. Condotto in caserma, alla luce delle evidenze della flagranza di reato, l’uomo veniva dichiarato in stato di arresto per furto aggravato e posto a disposizione della Procura della Repubblica di Avellino, diretta dal Procuratore Dr. Rosario Cantelmo.
Contestualmente alla redazione degli atti di Polizia Giudiziaria, gli uomini dell’Arma avviavano immediatamente attività investigativa accertando la responsabilità anche di una seconda persona che con la propria autovettura aveva già trasportato alcuni pannelli precedentemente rubati. Attraverso l’analisi delle immagini degli impianti di videosorveglianza presenti in zona e grazie ad una approfondita conoscenza del territorio, i Carabinieri non tardavano a far emergere elementi di responsabilità, a titolo di concorso, a carico di un 29enne anch’esso del luogo e gravato da precedenti di polizia, che veniva così deferito in stato di libertà alla medesima Autorità Giudiziaria.
La refurtiva, interamente recuperata, veniva restituita all’avente diritto.