“Si considera che un intervento tempestivo sulla paziente avrebbe potuto evitare un decesso prematuro della vittima, dipeso da un mancato intervento terapeutico”, queste sono le parole del gip dopo la morte di Roberta Filippo. “Se la paziente fosse stata debitamente curata, la morte non sarebbe stata la conseguenza di una serie di condotte omissive, ma sarebbe stato l’esito del progressivo aggravarsi della malattia”. Gli indagati sono cinque medici dell’ospedale di Maglie, nonchè due altri in servizio a Maglie e a Lecce. Tutto è accaduto dopo l’asportazione del neo, a causa di una diagnosi sbagliata, le condizioni di Roberta Filippo iniziarono a divenire preoccupanti e nel corso di una visita di controllo all’ospedale di Ancona emerse un tumore in stato avanzato, che nel giro di poco tempo non le diede scampo.