Era un malato terminale ma non lo sapeva. È quanto ha rivelato l’autopsia sul corpo di Mattia Monesi, il giovane scout morto nel sonno sabato scorso. I funerali domani pomeriggio a S. Maria Maddalena. Un tumore alle ghiandole linfatiche avanzatissimo, è stato questo ad uccidere Mattia Monesi, lo scout 18enne morto nella notte tra venerdì e sabato scorsi, mentre stava dormendo nel centro parrocchiale di Torreglia, insieme ad altri 21 compagni e a due capi scout del gruppo Agesci della Parrocchia di Santa Maria Maddalena. A rivelarlo è stata l’autopsia eseguita sul corpo del giovane che evidentemente era un malato terminale ma non lo sapeva.
Le metastasi, ha rilevato l’esame autoptico eseguito dal Professor Massimo Montisci dell’Università di Padova, si erano diffuse a tutti gli organi eppure sembra il ragazzo non si fosse accorto di nulla. Il tumore ai linfonodi solitamente si manifesta con una sintomatologia varia come stanchezza, febbre, difficoltà respiratorie o forte dimagrimento, ma non si sa se Mattia avesse avvertito questi sintomi e se li avesse segnalati al suo medico di base. Stando al racconto di alcuni compagni del 18enne, pare che il giorno prima della sua morte avesse detto di sentirsi un po’ stanco e loro lo avevano aiutato a portare lo zaino.
Ora saranno ulteriori esami a chiarire la natura della neoplasia da cui era affetto mentre le Procura di Padova dovrà accertare quali erano le condizioni del ragazzo prima della sua improvvisa scomparsa.Il giovane scout, che frequentava l’ultimo anno dell’Ipsia di Ferrara, viveva a Stienta con la madre. Il padre era morto quando Mattia aveva solo 8 anni. Il funerale verrà celebrato domani alle ore 16 nella chiesa Parrocchiale di Santa Maria Maddalena, poi la salma verrà portata nel cimitero di Stienta, accanto alla tomba del padre.