Riceviamo e pubblichiamo. Vi informo su un episodio quantomeno avvilente ed increscioso, accaduto nella mia scuola. Hanno promosso un convegno con i soliti personaggi politici (De Mita, ecc.) ed hanno costretto gli insegnanti ad essere presenti in seguito ad un ordine di servizio, convocando ufficialmente un collegio dei docenti che non si è mai tenuto. Un abile stratagemma per obbligare il corpo docente a fornire una platea gratuita alla mercé di questi notabili politici. Insomma, i docenti sono stati convocati a partecipare ad una seduta collegiale, ma il collegio non si è riunito per dare spazio ad un convegno, durante il quale gli insegnanti hanno fatto da uditorio a disposizione dei politici. Si è trattato di un vero abuso di potere, un atto illecito, una inaccettabile imposizione nei nostri confronti. Per cui ho denunciato la cosa, divulgando un resoconto alla stampa, in seguito ripreso da un parlamentare di SEL, il quale ha emanato un proprio comunicato ed ha promesso di presentare un’interrogazione parlamentare. Contestualmente, la CGIL scuola ha inviato una nota formale all’Ufficio Scolastico Regionale. D’ora innanzi potrei subire atti ritorsivi. Personalmente, non temo nulla. Nel malaugurato caso, userò le mie abituali “armi”, vale a dire la parola scritta. Questi signorotti politici devono capire che non possono spadroneggiare sempre, comunque e dovunque. Non si può non contestare tale iniziativa, platealmente strumentale, che piega la scuola agli scopi di alcuni politicanti. Come docenti, che hanno una dignità professionale, umana ed etica da tutelare, non possiamo prestarci a simili giochetti, a pretesti utili a promuovere passerelle politiche che non hanno alcuna attinenza diretta con gli interessi ed i problemi reali della scuola. È una circostanza esemplare che attesta, in modo netto ed inequivocabile, come non esista alcuna discontinuità rispetto alla precedente gestione della scuola. Anzi, l’iniziativa si colloca in perfetta linea con il vecchio modello politico-direttivo. Mi sono espresso in ogni modo contro la “Buona scuola”. Il 5 maggio scorso si è astenuto dal lavoro l’80% circa dei dipendenti della scuola (si è trattato dello sciopero più imponente, massiccio e partecipato nella storia della scuola pubblica italiana), ho preso parte a numerose assemblee sindacali e a manifestazioni di piazza. Da oltre un anno e mezzo mi batto contro la barbarie renziana. Ho scritto e continuo a scrivere post, lettere ed articoli contro l’inciviltà renziana. Ma invano. Tale vicenda testimonia come la legge 107/2015 serva solo a mettere il bavaglio alle voci critiche e dissidenti, a tacitare e ad allineare i soggetti più scomodi.
Lucio Garofalo