Il sistema Incalza non prevedeva terzi incomodi. Era lui Ettore Incalza a decidere tutto, anche i sottosegretari del Governo alle Infrastrutture. Ottenuta infatti la riconferma del Ministro Maurizio Lupi si è attivato ed ha gioito per la nomina di due amici ex socialisti il sannita Umberto Del Basso de Caro e Riccardo Nencini. Alla luce delle cose scoperte oggi si spiegano anche i misteriosi cambiamenti dell’ultimo momento che hanno interessato proprio le caselle dei sottosegretari alle infrastrutture. Nel primo elenco diramato il 28 febbraio dell’anno scorso compariva tra i nomi dei sottosegretari anche quello dell’irpino Gerardo Santoli vice presidente nazionale di Confimprenditori, iI cui nome serviva per dare spazio all’interno del Governo di Matteo Renzi ai piccoli imprenditori dopo che Confindustria e il mondo delle Cooperative avevano avuto la loro rappresentanza con l’indicazione rispettivamente del ministro Federica Guidi allo Sviluppo Economico e del ministro Giuliano Poletti al dicastero del Lavoro. All’ultimo minuto però il nome di Santoli dato per certo, tanto che alcune agenzie di allora lo riportano nell’elenco dei sottosegretari fu cassato. Alle Infrastrutture Riccardo Nencini, Umberto Del Basso de Caro e persino Antonio Gentile andavano bene, Santoli invece poteva essere un problema per l‘inamovibile Incalza, il “dominus totale” che, ricorda il gip, ha ricevuto lo stesso incarico “da ogni compagine governativa che si è succeduta negli anni” dirigeva “ogni grande opera, predisponendo le bozze della legge obiettivo e individuando di anno in anno quelle da finanziarie e quelle da bloccare”
Ettore Incalza quindi non poteva permettere di avere all’intero della struttura uomini estranei al suo sistema e si attivato per evitare la nomina di Santoli e di altri papabili a lui sgraditi e dopo l’indicazione di de Caro e Nencini riceve le congratulazioni da Lupi “..Complimenti –dice il Ministro Lupi ad Incalza in un intercettazione– sempre più coperto”.