I risultati di tre perizie sono già sulla scrivania di Rosario Cantelmo, capo della procura di Avellino a cui è stata affidata l’indagine sull’incidente del 28 luglio scorso, avvenuto lungo il viadotto di Acqualonga dell’A16 dove il bus di pellegrini di rientro da una gita a Telese Terme precipitò nel vallone di Monteforte Irpino provocando la morte di 39 persone. La prima relazione, consegnata qualche giorno, è quella della Polstrada di Avellino che ha ricostruito la dinamica dell’incidente non solo con i rilievi della scientifica ma anche grazie alla testimonianza delle persone che si trovavano nelle 15 autovetture coinvolte nel maxitamponamento e degli operatori della società Autostrade che presidiavano le corsie a causa dei restringimenti della carreggiata. Il bus, guidato da Ciro Lametta, fino all’ingresso in galleria non aveva dato segni di pericolo. All’uscita iniziò la folle corsa urtando autovetture e pezzi di new jersey prima di finire nella scarpata. La seconda perizia quella forse più importante e decisa per le indagini è stata eseguita una settimana fa dall’ingegnere Salvatore Lima, esperto in infortunistica stradale sui resti del bus custodito in un deposito giudiziario di Avellino. Le verifiche avrebbero evidenziato un guasto al sistema di trasmissione durante il viaggio dovuto alla combinazione di due fattori: l’alta velocità raggiunta dal bus all’uscita dal tunnel nel punto dove cominciava la discesa del viadotto di Acqualonga e il peso eccessivo dato dalla presenza dei passeggeri per un mezzo che aveva all’attivo già 800mila chilometri e 18 anni di vita. La rottura del sistema di trasmissione avrebbe mandato in tilt i freni del bus che Ciro Lametta avrebbe comunque tentato di bloccare contro il new jersey. L’incrocio dei risultati delle due perizie, quella della polizia stradale e dell’ingegnere Lima spingerebbe i magistrati della procura di Avellino ad ipotizzare l’ipotesi di un guasto tecnico all’origine dell’incidente. Domani mattina, martedì, è previsto un nuovo sopralluogo dei periti al deposito giudiziario di Avellino per eseguire ulteriori accertamenti sul pullman. La terza relazione, depositata nelle mani del procuratore Cantelmo, è quella del medico legale, ed ha escluso alterazioni psichiche dell’autista al momento dello schianto. I risultati dell’autopsia eseguita da Carmen Sementa hanno scartato la presenza di droghe o alcool nel sangue di Lametta. A ventotto giorni dalla tragedia l’inchiesta sembra ormai vicina ad una svolta. Restano da definire le responsabilità della società Autostrade e soprattutto capire perché il new jersey non abbia retto all’impatto con il pullman. Due periti nominati dalla procura di Avellino, Lorenzo Caremma di Palermo e Andrea Demozzi di Trento sono al lavoro analizzare le condizioni del viadotto di Acqualonga e del pezzo di new jersey venuto giù nella scarpata assieme al bus. Tre, per adesso, le persone iscritte nel registro degli indagati per i reati di omicidio plurimo e disastro colposo. I due dipendenti della società Autostrade: Michele Renzi, direttore di tronco della A16, e Antonio Sorrentino, in servizio sulla stessa tratta e Gennero Lametta, fratello di Ciro e proprietario del bus. A Monteforte Irpino della tragedia del 28 luglio scorso restano le polemiche sfociate nella richiesta di una maggiore sicurezza sul viadotto quando sarà riaperto alla circolazione e il ricordo delle 39 vittime attraverso un cimitero spontaneo di fiori, foto e lumini sorto nella vallata in cui precipitò il bus. Sentimenti differenti a Pozzuoli dove i familiari delle vittime sembrano essere stati abbandonati da tutti, fatta eccezione per il Comune. Il primo cittadino, Vincenzo Figliolia conferma il sostegno da parte dell’ente sia “in termini economici che legale attraverso la costituzione di parte civile al processo”. Familiari che si apprestano a rivivere lo strazio mercoledì alle ore 19 nella chiesa di San Michele Arcangelo di Monteruscello ad un mese dalla tragedia quando il Vescovo di Pozzuoli, Gennaro Pascarella celebrerà una messa in ricordo della strage del viadotto di Acqualonga.