Il telecomando che azionò la bomba di via D’Amelio era nascosto nel citofono di casa della madre di Paolo Borsellino. E fu proprio il giudice, suonando il campanello, a innescare l’ordigno che uccise lui e cinque agenti della scorta e che era nascosto in una Fiat 126 parcheggiata a pochi metri. E’ quanto confida Totò Riina al suo compagno di ora d’aria, Alberto Lorusso. La conversazione tra i due boss è stata intercettata dalla Dia.