SAN SEVERINO – «Non l’ho detto perché avevo paura, ora però voglio tenere il mio bambino». E’ quanto la religiosa diventata mamma ha confidato alle consorelle del monastero. Dal citofono del convento delle Sorelle missionarie dell’Amore di Cristo di San Severino risponde una voce dolce, ma ferma. E’ quella di una suora, ancora incredula, forse, per quello che è accaduto.
Tra riserbo e imbarazzo la religiosa ricostruisce la vicenda della consorella. La neomamma, che a detta del convento non avrebbe ancora preso i voti, è originaria del Burundi e non della Bolivia come tutti si ostinano a dire in paese. «E’ arrivata da noi a maggio dal Burundi- rivela la suora – per imparare l’italiano, non aveva ancora deciso il suo cammino, era all’inizio di un percorso, ma non è ancora una suora come molti affermano». Poi prosegue, con un timbro di voce che si fa timido: «Quando è entrata nel nostro convento era già in stato interessante, ma lei non ce l’ha detto subito e noi abbiamo rispettato il suo segreto».
Alle spalle, la religiosa africana ha una storia dolorosa che ha avuto il coraggio di raccontare solo dopo. «Lo ha nascosto perché aveva timore – svela la suora sempre parlando dal citofono – ci sono molte differenze culturali tra l’Italia e il Burundi, lei ha subìto una violenza nel suo Paese, sentiva il peso di questo». La suora poi conclude: «Certo, ha scelto di tenere il bambino, stanno bene entrambi, noi non abbiamo nulla da commentare».
La protagonista è una religiosa 35enne, nata in Burundi, arrivata a San Severino lo scorso maggio. La donna, accolta nel convento delle Sorelle missionarie dell’Amore di Cristo domenica sera ha dato alla luce un bambino, bellissimo, secondo chi l’ha visto, all’ospedale Bartolomeo Eustachio di San Severino.
Le consorelle, in abiti religiosi, hanno accompagnato, quella che parrebbe una novizia, all’ospedale, perché in preda a forti dolori addominali. La donna, alta, bella e di costituzione robusta, si è recata al pronto soccorso: ha lamentato fitte alla pancia, ma i medici hanno subito capito che si trattava di doglie. Portata d’urgenza al reparto di ostetricia, la religiosa, domenica alle 21, ha dato alla luce un bel maschietto di tre chili e 600 grammi. «Lo voglio tenere», è stata la scelta della neomamma.
La neomamma è stata dimessa venerdì, mentre il piccolo è stato trasferito per accertamenti a seguito di qualche piccolo problema respiratorio alla nascita, nella Neonatologia dell’ ospedale di Macerata. I medici hanno preferito tenerlo sotto osservazione a scopo precauzionale, dopo una gravidanza portata avanti senza alcun controllo medico.
La religiosa, che provvisoriamente è tornata nel convento settempedano, è già andata a trovare il piccolo. Al suo fianco, proteggendola da flash e domande, ci sono ancora una volta le consorelle, unite in un patto di comunione e solidarietà. Un guscio di protezione e rispetto, solido come una muraglia. La neomamma non prenderà i voti: i panni che vestirà saranno quelli del genitore. Nessun intervento ufficiale, al momento, da parte del vescovo della diocesi di Camerino, Francesco Brugnaro. (f.ilMessaggero)