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Mercoledì scorso si è tenuta presso il Tribunale di Trani una nuova udienza preliminare relativa alla tragica morte del giovane chef Raffaele Casale, avvenuta il 17 agosto 2017 a Trani in via Martiri di Palermo, mentre era alla guida della sua moto. L’udienza era stata fissata dopo che il precedente giudice per le udienze preliminari (GUP) si era astenuto per un conflitto di interessi, ma anche il nuovo GUP ha deciso di rinviare la discussione al 25 giugno 2025.
La decisione è stata presa a causa della dichiarazione di uno degli imputati, che ha affermato di essere stato in ferie durante il mese di agosto 2017 e di non essere quindi responsabile dei fatti contestati. Il giudice ha concesso all’imputato ulteriore tempo per produrre la documentazione comunale necessaria a dimostrare chi lo avrebbe eventualmente sostituito nelle sue mansioni in quel periodo.
La vicenda vede coinvolti un funzionario comunale e una ditta incaricata della pulizia stradale, entrambi indagati per concorso in omicidio stradale. Il GUP, dopo aver respinto ben quattro richieste di archiviazione avanzate negli anni scorsi, ha disposto l’imputazione coatta ritenendo che non possa essere esclusa una responsabilità nella manutenzione della strada.
Secondo l’ordinanza del giudice, pur essendo accertato che il giovane chef viaggiava a una velocità superiore al limite consentito, la condizione della strada potrebbe aver avuto un ruolo determinante nell’incidente. L’accusa sostiene che il mancato intervento nella pulizia e manutenzione del manto stradale abbia creato un pericolo per la circolazione, contribuendo al tragico evento.
La famiglia di Raffaele Casale, e in particolare il padre Felice, ha condotto in questi anni una battaglia legale instancabile per ottenere verità e giustizia sulla morte del figlio. Felice Casale ha più volte ribadito la sua convinzione che l’incidente non sia stato causato dalla velocità del mezzo, ma anche da gravi negligenze nella gestione della sicurezza stradale.
Assistito dagli avvocati Marco Santo Alaia di Sperone e Andrea Manzi di Casamarciano, il padre dello chef continua a chiedere che vengano chiarite tutte le responsabilità. La prossima udienza, fissata per il 25 giugno, sarà decisiva per stabilire se si procederà con un processo penale nei confronti degli imputati.