A.A., soggetto quarantunenne di Marano di Napoli (NA), era stato tratto in arresto lo scorso 23 settembre da una pattuglia della dipendente Compagnia della Guardia di Finanza di Avellino, in quanto trovato in possesso di oltre mezzo chilo di cocaina mentre viaggiava con la propria autovettura lungo la A-16 in direzione Avellino proveniente da Napoli. Nel convalidare l’arresto, il Giudice del Tribunale di Avellino disponeva la custodia cautelare degli arresti domiciliari dell’indagato. Avverso tale decisone, la Procura della Repubblica presso il Tribunale del capoluogo irpino proponeva appello con richiesta di tramutare la misura detentiva degli arresti domiciliari con quella della custodia in carcere, in quanto ritenuta maggiormente idonea, attesa la gravità dei fatti accertati dalle Fiamme Gialle. Il Tribunale di Napoli, in Sezione di Riesame, ritenuto fondato il ricorso presentato dal P.M. titolare delle indagini, sentenziava l’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, accogliendo in pieno le motivazioni addotte dallo stesso e rivolte a fronteggiare il rischio di recidiva dell’indagato, collocabile in uno stabile contesto delinquenziale, desunto sulla base dei suoi precedenti penali specifici. Avverso tale sentenza il soggetto, tale A.A. di 41 anni, proponeva ricorso alla Corte Suprema di Cassazione che, esprimendosi nel diritto, rigettava le motivazioni addotte dal ricorrente e, contestualmente, rendeva esecutiva la misura della custodia cautelare in carcere decisa dal Tribunale di Napoli. Il provvedimento, trasmesso per l’attuazione, veniva immediatamente eseguito dagli stessi militari del Comando Provinciale di Avellino che in data 06 aprile, provvedevano al prelevamento del soggetto coinvolto dalla propria abitazione sita in Marano di Napoli, per il successivo trasferimento presso la struttura detentiva di Poggioreale, a disposizione dell’A.G. inquirente.