Nel pomeriggio odierno, all’esito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento, personale della Polizia di Stato della Sezione di Polizia Giudiziaria e della Squadra Mobile della Questura di Benevento ha dato esecuzione all’ordinanza applicativa della misura cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Benevento, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di un soggetto di anni 51 residente in questa provincia, di nazionalità marocchina, raggiunto da gravi indizi di colpevolezza in ordine alla commissione del delitto di violenza sessuale aggravata in danno della figlia e di maltrattamenti nei confronti della figlia e della moglie, con lui conviventi. Le indagini sono state avviate a seguito della denuncia, presentata il 27.09.2021 presso la Questura di Benevento dalla figlia dell’indagato, in cui la ragazza ha descritto numerose condotte di violenza sessuale, continuate e reiterate, perpetrate dall’uomo sin da quando ella era minorenne. Veniva immediatamente avviato il protocollo c.d. “ Codice Rosso” e la giovane donna veniva escussa con l’ausilio di una esperta in psicologia: la persona offesa raccontava nel dettaglio le violenze sessuali ai suoi danni ed i maltrattamenti subiti ad opera del padre e in presenza dei fratelli minorenni. Emergeva inoltre che anche la moglie dell’indagato, parimenti di nazionalità marocchina, era vittima di maltrattamenti da parte del coniuge. Quanto denunciato trovava puntuale conferma nelle fonti di prova dichiarative e documentali, raccolte dai poliziotti della Sezione di PG e della Squadra Mobile, all’esito di meticolose e tempestive indagini, anche di natura informatica. Le indagini consentivano di acquisire gravi indizi in ordine alle seguenti circostanze: l’indagato, sin da quando la figlia era bambina, l’aveva costretta, in tempi diversi, a subire atti sessuali senza il suo consenso, fino all’ultimo recente episodio in occasione del quale l’aveva videochiamata mostrandosi nudo intento a compiere atti di autoerotismo. La ragazza inoltre era vittima di violenze fisiche, consistenti in schiaffi e pugni, e atteggiamenti intimidatori. Nel corso delle indagini emergeva altresì che, per lunghi anni, anche la moglie era stata vittima di continue condotte vessatorie e prevaricatorie, consistite in violenze fisiche e psicologiche tali da cagionarle sofferenze ed umiliazioni e relegandola ad una condizione di grave soggezione sia fisica che morale. L’adozione della misura cautelare custodiale si è resa indispensabile in quanto, oltre alla gravità dei fatti ed alla gravità indiziaria, è stata ritenuta la sussistenza di un concreto ed attuale pericolo di reiterazione di analoghi delitti, avendo il Giudice delle Indagini Preliminari evidenziato la personalità dell’indagato dedito all’assunzione di alcool e privo di freni inibitori.