di Miriam Pinchera
È in serata del 29 gennaio che dal parlamento arriva la fumata nera: un nuovo mandato aspetta Sergio Mattarella, eletto per la seconda volta, come Giorgio Napolitano, nonostante il suo iniziale pensiero contrario ad altri sette anni in carica, in continuità con quanto già espresso dei suoi predecessori Antonio Segni e Giovanni Leone, che si erano opposti ,a loro tempo, al bis al Quirinale.
Dopo sette votazioni e giorni di grande incertezza, tra nomi che spaziavano da quello di Elisabetta Casellati, Pierferdinando Casini, Marta Cartabia a personalità come Letizia Moratti ed Elisabetta Belloni, arriva la proposta dei capigruppo dei partiti, atto da cui resta esclusa Giorgia Meloni, di rivolgersi al presidente uscente, per trovare un accordo fino a questo punto troppo lontano e che è indice inevitabilmente di una forte spaccatura interna, da sempre esistita nel contesto politico italiano ma che al giorno d’oggi alcuni fattori hanno messo maggiormente in evidenza. Una spaccatura che un solo nome ha potuto, se non saldare definitivamente, in quanto troppo profonda, almeno mettere d’accordo, quello di Sergio Mattarella che con piena umanità e gentilezza ha accordato il suo favore e ha accolto le responsabilità che di fronte a lui si sono presentate; “ Queste condizioni impongono di non sottrarsi ai doveri a cui si è chiamati e naturalmente devono prevalere su altre considerazioni e prospettive personali differenti. Ho l’impegno di interpretare le attese e le speranze dei concittadini”. In questo modo il presidente ha aperto il suo secondo mandato al Quirinale, in presenza del presidente della Camera Roberto Fico e del Senato Elisabetta Casellati che dopo la raggiunta del quorum, si sono recati al Colle per ufficializzare l’inizio della nuova presidenza. “L’elezione di Mattarella è un bene per la stabilità politica e per tutti i cittadini italiani”, ha ribadito il presidente del consiglio Mario Draghi, sottolineando l’enorme valore di un uomo come Mattarella che durante il primo mandato ha saputo svolgere con temperanza e gentilezza il compito affidatogli e che per l’enorme merito gli viene ora riconfermato, forse anche per inerzia delle forze politiche ,probabilmente per disaccordi troppo acuiti, per ideali troppo distanti di uomini politici che non sono riusciti a trovare un nome comune e che hanno caldeggiato per la rielezione del capo dello stato con un record di 759 voti, portando Mattarella ad essere il secondo presidente più eletto( il primo era stato Sandro Pertini con 832 voti).
E al grande merito di Mattarella hanno reso ragione la standing ovation in Parlamento e l’interminabile applauso che per circa cinque minuti ha scandito l’inizio della nuova presidenza, un applauso di lode e riconoscimento a Sergio Mattarella ma soprattutto di ringraziamento per l’estrema umanità dimostrata.