La memoria di Primo Carpentieri, eroe della Seconda Guerra Mondiale e internato nei campi di concentramento nazisti, continua a essere fonte di orgoglio per la sua famiglia e la comunità di Bellegra. Carpentieri, nato nel 1913, è stato uno dei tanti soldati italiani che, rifiutandosi di collaborare con le forze tedesche e la Repubblica di Salò, fu fatto prigioniero e internato in un lager ad Amburgo tra il 1943 e il 1945. La sua storia di resistenza e coraggio è stata recentemente ricordata con una lettera di apprezzamento proveniente dall’ex Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
In una comunicazione inviata a Bruno Carpentieri, figlio dell’eroe, il Presidente Napolitano ha voluto esprimere la propria stima per il sacrificio di Primo Carpentieri e per la forza d’animo con cui affrontò due anni di prigionia in un periodo buio della storia italiana. Nella lettera si sottolinea come, nel 2010, Carpentieri fu insignito della Medaglia d’Onore conferita dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, un riconoscimento riservato agli ex internati militari italiani che si distinsero per il loro coraggio durante il conflitto.
Oltre alla lettera di Napolitano, un altro importante riconoscimento è stato tributato a Carpentieri dal Presidente Sergio Mattarella. Questo ulteriore encomio testimonia l’importanza storica e morale delle sue azioni, riconosciute anche a livello nazionale.
A Bellegra, il 25 aprile 2011, una targa commemorativa è stata posta di fronte alla casa natale di Primo Carpentieri. La targa ricorda il suo eroismo con queste parole: “A ricordo del milite nato in questa casa il 18 gennaio 1913, Primo Carpentieri, Medaglia d’Onore conferita dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana per il Dovere Sacro nella difesa della Patria e il prezioso contributo durante le cinque campagne di guerra dal 1941 al 1945, deportato e internato nei lager nazisti dal 1943 al 1945.”
Primo Carpentieri, attraverso la sua storia di resistenza e integrità morale, continua a rappresentare un esempio per le nuove generazioni. Il suo rifiuto di piegarsi ai soprusi del regime nazista e fascista ha ispirato la sua comunità e ha permesso che la sua memoria rimanesse viva nel tempo, non solo a Bellegra ma in tutta Italia.