Non guardatela così perché Rita è una persona normalissima, e come tutte le persone normali combatte ogni giorno contro qualcosa, contro qualcuno. La sua nemica acerrima è l’anoressia. Abbiamo intervistato l’autrice del libro-diario “Non guardatemi così” prima che iniziasse l’estate proprio per inviare un messaggio ai genitori e agli insegnanti a proposito di questa malattia che Rita sta combattendo con tutte le sue forze.
Perché hai scritto questo libro ? “Ho scritto questo libro a seguito della mia esperienza vissuta con mia madre. Lei ha avuto il cancro ed io già da molti anni sto combattendo l’anoressia, eravamo ricoverate nello stesso periodo ed ho deciso di scrivere un diario riportando le nostre emozioni sia positive che negative. Desidero aiutare gli altri soprattutto i ragazzi nelle scuole che soffrono di disturbi alimentari. Attraverso il ricavato del libro riesco a stampare le copie che distribuisco, il mio progetto è senza scopo di lucro.”
A proposito dei disturbi alimentari cosa dovrebbero fare i genitori ? “I genitori non devono sottovalutare i problemi e i segnali dei figli, devono controllare il loro stato fisico e mentale captando ogni segnale negativo. Se non mangiano oppure iniziano ad avere un rapporto “ossessivo” con il peso e l’aspetto fisico devono intervenire. Ci sono dei medici nutrizionisti che possono aiutarli prima che sia troppo tardi. Anche gli insegnanti possono segnalare ai genitori dei comportamenti anomali oppure possono stesso a scuola trattare questi tipi di argomenti.”
Ora che si avvicina l’estate e si parla tanto di diete, quale messaggio manderesti ai ragazzi ? “A proposito dell’estate io andrei volentieri a mare a fare un tuffo, ma il bagnasciuga e la sabbia mi fanno paura perché c’è un sacco di gente che mi guarda, per noi è una fobia. Dico ai genitori e ai ragazzi che hanno la mia stessa malattia di non nascondersi e di affrontarla perché, sono sicura, che prima o poi si vince. Un altro appello che voglio fare riguarda la televisione e tutti questi programmi come l’Isola dei Famosi oppure gli spot pubblicitari sul cibo: secondo me dovrebbero considerare il fatto che aldilà del televisore non ci sono solo persone sane, ma ci siamo anche noi che abbiamo questi disturbi alimentari. Potrebbero adeguarsi e cambiare gli spot, non dico che non devono fare pubblicità o fare questi programmi, ma perlomeno potrebbero evitare alcuni contenuti che urtano la nostra sensibilità.”
(Michele Amato)