Pensieri, riflessioni ed opinioni di Salvatore Guerriero, Presidente Nazionale ed Internazionale della CONFEDERAZIONE DELLE IMPRESE NEL MONDO e Direttore Generale AGENZIA EUROMEDITERRANEA DI SVILUPPO
La recente discussione sulla carenza di lavoratori qualificati evidenzia un problema che non riguarda solo le grandi imprese, ma si estende a tutta la filiera produttiva, coinvolgendo anche le piccole e medie imprese. È urgente un’azione diretta per affrontare questa crisi, perché la mancanza di personale specializzato, soprattutto nelle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), non è un problema isolato delle grandi aziende. Al contrario, è un fenomeno che si ripercuote a catena su tutte le imprese che fanno parte del tessuto economico italiano.
Quando una grande impresa fatica a trovare lavoratori con le giuste competenze, le conseguenze si riversano sulle PMI, che spesso dipendono da queste ultime per opportunità di business, collaborazione e supporto tecnologico. La realtà è che l’intero sistema produttivo è interconnesso: la grande industria crea opportunità che sostengono le medie imprese, e queste, a loro volta, offrono sbocchi e collaborazioni alle piccole realtà. Se una grande impresa entra in crisi per mancanza di personale qualificato, il danno si estende inevitabilmente, restringendo le opportunità anche per le piccole aziende che costituiscono il cuore del nostro sistema economico.
Oggi la carenza di lavoratori qualificati è già un problema serio, ma se non si interviene subito, rischia di diventare gravissimo nei prossimi 15-20 anni, con pesanti conseguenze per le nuove generazioni. Questi giovani, che stanno iniziando ora il loro percorso lavorativo, si troveranno ad affrontare un mercato in cui le competenze richieste sono sempre più elevate, ma le opportunità sempre più limitate. La globalizzazione, con le sue sfide e le sue crisi settoriali (come quella dell’automobile), ha già messo in evidenza la fragilità di alcuni settori. A questo si aggiungono i crescenti costi dell’energia, che rendono il contesto economico ancora più difficile.
Il problema principale, però, non è solo la carenza di personale, ma la mancanza di personale qualificato. In altre parole, è probabile che le persone ci siano, ma che non abbiano le competenze necessarie per essere competitive sul mercato. Questo porta a un’unica conclusione: il problema è a monte, ed è legato alla formazione. Dobbiamo investire in un sistema educativo e formativo che risponda realmente alle esigenze del mercato, preparando i giovani alle professioni tecniche e scientifiche più richieste, creando così un ponte tra il mondo della scuola e quello del lavoro.
Solo attraverso un piano strategico di formazione e orientamento alle competenze potremo evitare un futuro in cui le imprese non trovano lavoratori qualificati e i giovani non trovano un lavoro adeguato alle loro aspettative e ambizioni. Agire ora è una necessità: per garantire la competitività delle nostre imprese e per assicurare un futuro migliore alle nuove generazioni.