Pensieri, riflessioni ed opinioni di Salvatore Guerriero, Presidente Nazionale ed Internazionale della CONFEDERAZIONE DELLE IMPRESE NEL MONDO e Direttore Generale AGENZIA EUROMEDITERRANEA DI SVILUPPO
Negli ultimi decenni abbiamo vissuto sotto l’egida di concetti come sovranità popolare, partecipazione democratica, e centralità delle istituzioni. Tuttavia, oggi dobbiamo confrontarci con una nuova forma di sovranità: quella tecnologica. La crescente invasione tecnologica nella nostra vita quotidiana non solo sta trasformando il presente, ma determinerà in modo sempre più marcato il futuro delle nazioni. È urgente prendere coscienza del divario tecnologico esistente, che rischia di penalizzare l’Europa e le sue prospettive globali.
Il ritardo tecnologico dell’Europa rispetto a colossi come gli Stati Uniti e la Cina è evidente. Da tempo, le grandi aziende statunitensi e cinesi dominano la scena globale, diventando punti di riferimento in settori strategici come l’intelligenza artificiale, il cloud computing e le telecomunicazioni. Al contrario, in Europa, il processo di innovazione tecnologica appare più lento e frammentato. Questa sfida epocale non è più solo teorica, ma incide profondamente sul presente economico e sociale, e senza interventi concreti, rischia di ipotecare il futuro.
La sovranità tecnologica implica la capacità di un Paese o di un continente di controllare e sviluppare autonomamente le tecnologie chiave, senza dipendere in modo eccessivo da attori esterni. Oggi, questa dipendenza è preoccupante in Europa, dove una significativa parte delle infrastrutture digitali e dei servizi strategici è sotto il controllo di aziende non europee. Questa condizione espone il continente a vulnerabilità economiche e geopolitiche.
La soluzione a questa sfida non può essere immediata, ma deve iniziare con investimenti mirati e duraturi. In primo luogo, è essenziale puntare sulla formazione delle persone. Solo attraverso un massiccio sforzo educativo che abbracci l’alfabetizzazione digitale, la ricerca e lo sviluppo scientifico, potremo ridurre il divario. Investire nella creazione di competenze tecnologiche diffuse, dalla scuola fino all’università e oltre, è il primo passo per costruire una nuova generazione in grado di affrontare le sfide della modernità.
Parallelamente, è necessario sviluppare un sistema di incentivi che favorisca la nascita e la crescita di aziende tecnologiche europee. Dobbiamo creare un ecosistema che permetta a startup innovative di competere a livello globale, sostenendo la ricerca e la creazione di nuove tecnologie. Le politiche pubbliche devono essere orientate non solo a sostenere le grandi imprese, ma anche a incoraggiare lo sviluppo delle piccole e medie imprese (PMI), che rappresentano la spina dorsale dell’economia europea.
In questo contesto, il ruolo delle istituzioni europee è cruciale. È necessario un coordinamento più stretto tra i Paesi membri per costruire una strategia unitaria che garantisca lo sviluppo tecnologico su scala continentale. L’Europa deve dotarsi di infrastrutture digitali avanzate e di un quadro normativo che stimoli l’innovazione e protegga al contempo i dati personali dei cittadini e la sicurezza delle reti.
Il concetto di sovranità tecnologica non è un’idea astratta, ma una necessità impellente. Senza di essa, l’Europa rischia di rimanere schiacciata tra le potenze tecnologiche mondiali, perdendo terreno in termini di competitività, sicurezza e sviluppo economico. Ora è il momento di agire.