Concerto particolare questo dedicato alle influenze musicali neoclassiche che hanno avuto un grosso impatto sulla musica del novecento e attuale. Il primo brano Sifonia, tre quadri sinfonici per oud e orchestra, di Oderigi Lusi (composer in residence) è una prima esecuzione assoluta, composizione commissionata dall’Orchestra Filarmonica Campana. Ispirato alla leggenda di Aci e Galatea, è un omaggio alla Sicilia, con il dramma di un amore tra un pastore e una ninfa stroncato dalla gelosia di un crudele ciclope, una leggenda che affascina a distanza di secoli e da cui prenderebbero il nome le Aci in provincia del capoluogo etneo. La partitura è caratterizzata dallo stile ormai inconfondibile del compositore irpino che coniuga con maestria la lezione della musica popolare campana conglobata in un contesto strutturale neoclassiche nel trattamento delle forme e delle armonie utilizzate. Anche il famoso compositore spagnolo Joaquín Rodrigo (1901-1999) è stato largamente influenzato dal ruolo del neoclassicismo tra la fine del XIX e la metà del XX secolo. Mentre esiste un corpo sostanziale di letteratura riguardo all’impegno del nazionalismo musicale francese e spagnolo con il neoclassicismo di Stravinsky, Rodrigo è un compositore chiave nel collegare il neoclassicismo di Stravinsky e dei francesi con lo sviluppo del panorama musicale spagnolo, così come fu Manuel de Falla (1876-1976). Le sue opere, ora studiate nell’ambito di importanti compositori neoclassici dell’epoca, hanno ispirato una generazione di compositori prima e dopo la guerra civile spagnola (1936-1939) a utilizzare la chitarra classica nelle loro composizioni neoclassiche rimosse dal cliché andaluso. Lo strumento stesso è arrivato a rappresentare il movimento neoclassico con la sua combinazione di elementi modernisti e legami con il ricco passato musicale della Spagna. Nella vasta produzione stravinskijana, Pulcinella viene considerata l’opera capostipite della fase cosiddetta neoclassica, e l’esempio più eclatante della poetica dei recuperi della musica del passato, della “musica al quadrato”: «Pulcinella fu la mia scoperta del passato […] uno sguardo all’indietro, la prima di molte avventure amorose in quella direzione». Dopo la prima diretta da Ernest Ansermet all’Opera di Parigi, il 15 maggio 1920, ci fu chi parlò del “gusto da cleptomane del musicista russo”, e chi giudicò Pulcinella solo un’abile trascrizione. Ma il grande successo che ottenne spinse due anni dopo Stravinskij a rielaborare la partitura in una Suite da concerto, che fu diretta il 22 dicembre 1922 da Pierre Monteux sul podio dell’Orchestra sinfonica di Boston, e poi revisionata nel 1949.