Pensieri, riflessioni ed opinioni di Salvatore Guerriero, Presidente Nazionale ed Internazionale della CONFEDERAZIONE DELLE IMPRESE NEL MONDO e Direttore Generale AGENZIA EUROMEDITERRANEA DI SVILUPPO
Lo smart working, nato come modalità di lavoro flessibile, oggi è un fattore strategico per le aziende che vogliono restare competitive. Non si tratta solo di offrire un miglior equilibrio tra vita privata e professionale, ma anche di modernizzare i modelli di business. Le PMI italiane, spesso poco attrezzate tecnologicamente, devono investire in strumenti di gestione digitale per aumentare la produttività e attrarre nuovi talenti. Adottando il lavoro ibrido, le imprese possono migliorare l’efficienza, ridurre i costi operativi e promuovere la sostenibilità.
Oltre alla necessaria infrastruttura tecnologica, per implementare efficacemente lo smart working è essenziale adottare pratiche di governance chiare, obiettivi definiti e un monitoraggio continuo delle performance. Ciò consente una migliore gestione del personale e delle risorse, cruciali per le PMI che spesso hanno limitate capacità di crescita. Anche la formazione dei dipendenti su nuovi strumenti digitali può risultare un fattore chiave per massimizzare i benefici.
In un contesto di mercato sempre più incerto e competitivo, le PMI devono sfruttare l’agilità organizzativa che lo smart working può offrire. La capacità di adattarsi velocemente a cambiamenti come quelli visti durante la pandemia è diventata determinante per il successo a lungo termine.
Lo smart working è quindi molto più di una moda passeggera: rappresenta un nuovo approccio al lavoro, che se ben implementato, può aiutare le piccole e medie imprese a rimanere competitive anche in un mondo che cambia rapidamente.