di Sarah Massari
È terminata ieri, 26 febbraio, la mostra “Detto tra le righe” aperta al pubblico dal 23 giugno scorso.
Ninì Sgambati (Marigliano, 1945) e Paolo Puddu (Napoli, 1986) attraverso un rapporto intergenerazionale hanno dato vita al secondo appuntamento del progetto Materia di Studios al Madre, Museo di Arte contemporanea a Napoli, grazie a LET_Laboratorio di Esplorazioni Transdisciplinari che ha reso possibile il confronto tra due artisti di formazione diversa
Il progetto è dedicato al tema dell’archivio, inteso come “contesto di interazione tra forze contrastanti e perennemente in atto nei processi di trasmissione della conoscenza e del pensiero”.
Alla mostra sono state dedicate ben tre sale del Museo, connesse da una struttura logica verbale.
La prima, il Soggetto, vede lo scontro dicotomico tra mito e storia, passato e presente attraverso la scansione 3D e la lavorazione per fresatura del gesso.
Si passa alla sala delle Colonne, il Verbo, che permette di calcolare in tempo reale le sollecitazioni alle pareti tramite sensori, i dinamometri, metafora dell’intensità delle forze.
Infine, quasi come una sala d’attesa, l’Oggetto, una via di accesso alla conoscenza con l’immagine di un UFO che fugge alle leggi della fisica proiettata in loop su tre schermi.
Un gran successo quello dei due artisti, che ponendosi l’obiettivo di far riflettere sul potere della razionalità umana sul caos, lasciano il segno a una Napoli che pazienta per un nuovo progetto.