
Il 17 aprile 1492 segna una svolta epocale nella storia dell’umanità: a Santa Fe, nei pressi di Granada, Cristoforo Colombo firma con i Re Cattolici di Spagna, Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona, le Capitolazioni di Santa Fe. Questo documento sancisce l’inizio ufficiale del progetto che porterà alla scoperta del Nuovo Mondo.
Cristoforo Colombo, navigatore genovese, da anni era alla ricerca di un sovrano disposto a finanziare il suo audace progetto: raggiungere le Indie orientali navigando verso ovest, attraverso l’oceano Atlantico. Dopo numerosi rifiuti da parte di varie corti europee, Colombo trova finalmente ascolto e sostegno in Spagna.
Le Capitolazioni di Santa Fe rappresentano un contratto tra Colombo e i sovrani spagnoli. In esso, gli viene concesso il titolo di “Ammiraglio del Mare Oceano”, viceré e governatore generale delle terre che avrebbe scoperto. Inoltre, avrebbe avuto diritto a una percentuale sui profitti derivanti dai futuri commerci.
L’accordo non solo riconosceva l’importanza del progetto, ma dava anche a Colombo un’autorità senza precedenti per un semplice navigatore: un segno della grande aspettativa che i Re Cattolici riponevano in quell’impresa.
Pochi mesi dopo, il 3 agosto 1492, Colombo salperà da Palos de la Frontera con tre caravelle – la Niña, la Pinta e la Santa Maria – dando inizio a uno dei viaggi più celebri della storia. Il 12 ottobre 1492 raggiungerà le Bahamas, credendo di aver toccato le Indie, aprendo invece la via all’esplorazione e colonizzazione delle Americhe.
L’accordo firmato a Santa Fe è quindi molto più di un semplice contratto: è il preludio a un’era di scoperte, incontri (e scontri) tra civiltà, e profonde trasformazioni geopolitiche ed economiche.