All’Asl di Avellino, tutto fermo sulla stipula del Contratto Collettivo Decentrato Integrativo del personale. Santacroce (Cisl Fp): «Il sindacato ha chiesto di discuterlo da mesi”.

AllAsl di Avellino, tutto fermo sulla stipula del Contratto Collettivo Decentrato Integrativo del personale.  Santacroce (Cisl Fp): «Il sindacato ha chiesto di discuterlo da mesi.

Avellino, 3 giugno 2020 – «Nonostante la proposta del CCDI sia stata presentata e i ripetuti solleciti da via degli Imbimbo nessuna risposta», dice Antonio Santacroce, segretario generale Cisl Fp Irpinia Sannio.
«Il momento è delicato – osserva – ma continuare ad assistere a questo immobilismo è insostenibile. Negli ultimi tempi – prosegue – con la giustificazione di essere impegnati nell’emergenza non è concessa neanche la possibilità di dare quel contributo utile per trovare soluzione alla numerose  problematiche presenti in azienda e che stanno da tempo in una situazione di stallo».
 
«Oltre il danno, dunque, anche la beffa. Gli eroi, direbbe qualcuno, dell’Asl della provincia di Avellino diversamente dai valorosi dipendenti delle altre Asl della regione Campania, non si sono visti riconosciuti neppure il salario accessorio legato al merito oltre a non vedersi completare neanche la procedura per il riconoscimento della progressione economica orizzontale da tempo avviate». 
 
«Eppure se le risorse ci sono, come confermato dalla Regione e la normativa in materia di progressioni è chiara, perché non si procede? È giunto il momento di uscire allo scoperto assumendosi le responsabilità e comunicare chiaramente quali sono le difficoltà di natura burocratica che impediscono di procedere». 
 
«Fino a questo momento, le risposte sono state «inconcludenti e suffragate da giustificazioni fumose e inaccettabili legate a ritardi immotivati e certamente non all’emergenza Covid-19». 
 
«Più il sindacato ha manifestato disappunto per questo comportamento, più è stato bollato come «arrogante e indisponente e adesso chiediamo l’intervento del Prefetto per informare il governatore Vincenzo De Luca e proclamare lo stato di agitazione di tutti i lavoratori con possibili azioni future di mobilitazione».
 
«Interrompere il dialogo non giova: gli impegni assunti – conclude Santacroce – devono essere onorati».