Nascono i piani intercomunali d’emergenza per 18 territori e oltre 150 mila cittadini. Pianificazione realizzata dall’Agenzia di Sviluppo
Cosa fare in caso di alluvione e di altre calamità naturali? Per i cittadini dell’area nolana c’è il piano intercomunale di emergenza che disegna un modello condiviso di azioni in grado di rendere più efficace ed efficiente l’attività di messa in sicurezza delle persone. Si basa sulla condivisione delle risorse e delle procedure la pianificazione che l’Agenzia di Sviluppo dei Comuni dell’Area Nolana, in virtù del know-how acquisito in tema di tutela ambientale, ha messo a punto per le amministrazioni comunali appartenenti ai territori dei centri operativi misti di protezione civile identificati con le sigle COM 9 e COM 10, corrispondenti ai territori che fanno capo rispettivamente ai Comuni capofila di Marigliano e Nola.
Brusciano, Camposano, Carbonara di Nola, Casamarciano, Cicciano, Cimitile, Comiziano, Liveri, Mariglianella, Marigliano, Nola, Roccarainola, San Paolo Bel Sito, San Vitaliano, Saviano, Scisciano, Tufino, Visciano: diciotto città unite tra di loro senza soluzione di continuità per le quali sono stati predisposte procedure di intervento in caso di emergenza che saranno in grado di massimizzare l’obiettivo della tutela dell’incolumità e della messa in sicurezza dei cittadini, oltre 150 mila per l’intero territorio, pur senza intaccare le prerogative e le responsabilità dirette degli amministratori locali. Un progetto elaborato sulla base dello studio approfondito delle criticità e dei pericoli cui sono maggiormente esposte le comunità locali, gli insediamenti produttivi ed in generale il contesto urbano. La pianificazione riguarda i differenti scenari di rischio, da quello sismico a quello idraulico, dove quest’ultimo rappresenta l’elemento più sensibile per via della morfologia del territorio e degli interventi antropici che ne hanno modificato l’assetto. Per ciascun Comune sono state individuate le aree di attesa e di ricovero dove potranno recarsi i cittadini in caso di terremoto, di eruzione, di incendio o di alluvione e sono state codificate altre attività previste dalla legge ed in capo alle funzioni di supporto che ciascun sindaco individua per coordinare gli interventi. Alla base dell’iniziativa la consapevolezza che singoli territori non sono compartimenti stagni e che dunque, in caso di emergenza, è bene avere un quadro completo anche in tema di assi viari, di percorrenze, di condizione degli immobili. Un modo anche per realizzare economie di scala in termini di ottimizzazione delle risorse di protezione civile e dei nuclei di volontariato.
“Calamità ed eventi imprevisti non tengono conto dei confini amministrativi dei singoli Comuni. Ed è per questo – spiega l’amministratore unico dell’Agenzia di Sviluppo, Vincenzo Caprio – abbiamo proposto ai sindaci un lavoro di sintesi sulla base delle conoscenze e delle competenze acquisite dall’Agenzia in fatto di tutela dell’ambiente e di dissesto idrogeologico. Negli anni abbiamo monitorato i fattori di rischio e le criticità dell’area grazie anche alle sofisticate tecnologie che abbiamo avuto la possibilità di utilizzare. Devo dire che la spinta propulsiva dei sindaci che hanno sostenuto questo approccio complessivo ha consentito di realizzare un lavoro che trova pochi esempi nel resto del Paese e che consente di affrontare meglio e prima ogni possibile evento che metta a rischio l’incolumità dei cittadini”.
“I piani intercomunali di emergenza – sottolinea il sindaco di Cicciano Giuseppe Caccavale, presidente del Tavolo dei Comuni dell’Agenzia di Sviluppo dell’area nolana – sono la naturale conseguenza di una vision che sta alla base della stessa ragione per la quale abbiamo dato vita all’Agenzia: affrontare le questioni di area vasta secondo una logica che superi i singoli campanili. Un modus operandi che, nella fattispecie, ci consentirà di realizzare economie di scala grazie alla condivisione dei mezzi disponibili ed al coordinamento delle risorse umane, e soprattutto di garantire maggiore sicurezza anche in virtù dell’adozione di modelli d’intervento condivisi ed al supporto delle strutture operative che agiscono a livello comprensoriale