Mentre il fremito del popolo e delle mamme napoletane dovuto alla morte di Santo a San Sebastiano al Vesuvio era ancora vivo e le grida di protesta non accennavano a essere soffocate dal tempo che passa eliminando i ricordi e lo sdegno, un colpo di pistola uccide Arcangelo Correra.
Le indagini sono ancora in corso, ma la versione più attendibile narra che il 18enne stesse maneggiando l’arma insieme a degli amici e che per sbaglio sia partito un colpo. Il giovante residente nella zona dei Tribunali è stato poi portato d’urgenza all’ospedale dei Pellegrini dove dopo qualche ora è spirato.
Lascia due genitori e una sorella: una famiglia felice come si evince dal profilo tik tok della madre. A raccontare la vicenda agli inquirenti è un suo parente, il fratello minore di Luigi Caiafaucciso durante una rapina da un poliziotto nel 2020.
“Terra mia il tuo popolo ti sta umiliando a colpi di pistola” aggiunge Geolier alla sua caption dopo aver citato “Terra mia” di Pino Daniele.
Tanto è lo sconforto quanto lo sgomento dopo l’ennesima notizia nel giro di poche settimane. È un rischio pensare di potersi abituare a questo tipo di narrazione. Molte delle mamme che erano scese a San Sebastiano al Vesuvio per onorare Santo avevano proprio chiesto ai rapper napoletani e non solo di educare i giovani alla giustizia.
“Loro vi ascoltano”. È evidente però che la soluzione a questa situazione sia ben più complessa e che le radici di questa piaga siano più profonde di quanto chiunque possa immaginare.
Oggi è deritto, dimane è stuorto
E chesta vita se ne va.