Autovelox in Italia: nuova regolamentazione e migliaia di ricorsi a rischio

Autovelox in Italia: nuova regolamentazione e migliaia di ricorsi a rischio

Dopo mesi di incertezze, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha chiarito il futuro degli autovelox in Italia con un nuovo decreto ministeriale. Il provvedimento stabilisce quali dispositivi potranno continuare a operare e quali dovranno essere temporaneamente disattivati, segnando un punto di svolta nella gestione del controllo della velocità sulle strade italiane.

Le nuove regole per gli autovelox
Secondo il decreto, gli autovelox approvati dopo agosto 2017 riceveranno un’omologazione automatica e potranno continuare a operare senza ulteriori verifiche. Tra questi, rientrano dodici modelli di ultima generazione, tra cui il Celeritas Mse 2021, il Tutor 3.0 e il Vergilius Plus. Questi dispositivi rispettano i requisiti stabiliti dal decreto ministeriale n. 282 del 2017 e non necessitano di ulteriori certificazioni.

Diversa la sorte per i modelli più datati, come gli Autovelox 106 e 106 SE o i Tutor di prima generazione, che dovranno essere temporaneamente disattivati fino a quando non completeranno il processo di omologazione. I produttori avranno sei mesi di tempo per presentare la richiesta e integrare la documentazione necessaria, con una procedura accelerata per chi dimostrerà subito la conformità ai nuovi standard.

Implicazioni per automobilisti e amministrazioni locali
L’applicazione di questo decreto avrà effetti immediati sia per gli automobilisti che per i comuni. Da un lato, chi ha ricevuto una multa da un dispositivo non omologato potrà contestarla con maggiore certezza giuridica, riducendo il numero di ricorsi che negli ultimi anni hanno intasato i tribunali. Dall’altro, molte amministrazioni locali potrebbero subire un impatto economico a causa della sospensione temporanea di alcuni dispositivi, dato che le multe rappresentano una voce di bilancio importante per molti comuni.

Un provvedimento atteso da anni
Secondo Luigi Altamura, comandante della polizia locale di Verona e membro di Anci in Viabilità Italia, il decreto rappresenta «una pietra tombale su migliaia di ricorsi» basati sulla distinzione tra dispositivi approvati ma non omologati. Tuttavia, sottolinea anche il ritardo con cui queste regole arrivano: «Peccato solo che il decreto arrivi con trentatré anni di ritardo». Un aspetto da non dimenticare è che la velocità rimane una delle principali cause di incidenti stradali, e il corretto utilizzo degli autovelox può essere un elemento chiave nella prevenzione.

Il decreto rimarrà in consultazione pubblica fino al 24 giugno, dopodiché potrà essere modificato o pubblicato in Gazzetta Ufficiale per entrare definitivamente in vigore.