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Si è tenuto ad Avellino, presso il Polo Giovani, l’evento “Acqua siamo noi”, un incontro che ha riunito esperti, istituzioni e associazioni per discutere della gestione dell’acqua, una risorsa sempre più al centro dell’emergenza ambientale e infrastrutturale.
L’obiettivo principale dell’evento è stato promuovere l’istituzione di un “Consiglio dell’Acqua”, un organismo che coinvolga Alto Calore, enti locali e cittadini, per garantire maggiore trasparenza e una gestione più efficiente delle risorse idriche.
Lenzi: “Alto Calore ancora in crisi, serve una riforma”
L’amministratore unico di Alto Calore, Antonello Lenzi, ha ribadito che l’ente versa ancora in condizioni critiche, nonostante alcuni proclami ottimistici. “L’Alto Calore non è stato salvato, siamo ancora in fase di concordato. Abbiamo bisogno del sostegno di tutti, istituzioni e cittadini compresi”, ha dichiarato.
Melillo: “Privatizzare sarebbe un errore”
Durante il dibattito, è emersa la necessità di adottare strategie innovative, come l’uso dell’intelligenza artificiale per il monitoraggio delle perdite idriche. Melillo ha sottolineato il rischio di privatizzare l’acqua, definendola “un bene comune che non può essere lasciato nelle mani di pochi”.
Il ruolo della Chiesa e l’assenza delle amministrazioni
I vescovi della provincia hanno sottolineato l’importanza etica della tutela dell’acqua, mentre l’assenza delle amministrazioni locali all’evento è stata notata e criticata. “La comunità si è riunita per proporre soluzioni, ma la politica locale continua a ignorare il problema”, hanno affermato alcuni partecipanti.
L’incontro ha lasciato un messaggio chiaro: la crisi idrica in Irpinia non può più essere rimandata. La creazione di un consiglio partecipativo potrebbe rappresentare un primo passo verso un futuro più sostenibile, ma senza una reale volontà politica, il rischio è quello di rimanere fermi, mentre l’acqua continua a scarseggiare.