di Gianni Amodeo
Fotoservizio di Francesco Barlotti
Viatico significativo e, al contempo, simbolico per il Forum su Divari a Mezzogiorno e il Piano nazionale di ripresa e resilienza, con testimonials Matelda Cuorvo ed Emilio Scarpato della comunità scolastica dell’Istituto comprensivo Giovanni XXIII, presidio formativo che opera nei plessi di Baiano e Sperone. Un viatico rappresentativo della generazione–zeta, l’anima vera e lo spaccato ultrasensibile del presente e del futuro nella civiltà delle interazioni multiculturali del Terzo Millennio, generate dagli impulsi dell’innovazione tecnologica permanente, di cui algoritmi e intelligenza artificiale sono veicoli e assi portanti.
E’ stato il viatico di testimonianza, che Matelda ed Emilio hanno interpretato e fatto vivere all’uditorio de L’ Incontro all’insegna della Carta costituzionale, – a 75 anni dalla promulgazione, con la nascita dello Stato repubblicano e di democrazia parlamentare-, in virtù della lettura, con puntuale riflessione sui principi e contenuti, che, nel connettere l’articolo 34 agli articoli 33 e 3, fissano con cristallina chiarezza le valenze del diritto sociale allo studio e della promozione della dignità della persona, di cui la Scuola aperta a tutte e tutti è il caposaldo; un percorso, integrato e ampliato nella ricognizione del profilo introduttivo del Trattato di Maastricht, con cui, 31 anni fa, è stata istituita la cittadinanza dell’ Unione europea, che include e assorbe in sé i principi di cittadinanza nazionale degli attuali 27 Paesi che ne formano la compagine.
In realtà, quello espresso nelle letture di Matelda ed Emilio non è stato, come verrebbe da immaginare, un formale viatico d’occasione, ma ha disegnato anche e soprattutto la piena rivendicazione che interpella le Istituzioni, a tutti i livelli, da quelli locali a quelli nazionali e dell’ Unione europea; una modalità di auspicio e sprone, per sollecitarne la congrua e coerente azione politica e la normale gestione amministrativa, nel dare concreta attuazione ai principi della Carta costituzionale e della cittadinanza europea, nel rispetto delle relative norme, regole e regolamenti, coniugando le istanze dei diritti e l’ osservanza dei doveri nella civile convivenza che si nutre dei valori di libertà e di giustizia.
L’ Educazione alla cittadinanza responsabile e la Scuola 4.0
Era il dato di fondo, su cui il professore Pasquale Napolitano, dirigente del Giovanni XXIII, innestava un articolato intervento, calibrato sulla funzione dell’ Educazione civica, che con la legge del 2019 è stata re-introdotta, nell’anno scolastico 2020-21, quale Disciplina curriculare nei piani di offerta formativa di tutte le Scuole di ogni e grado. E’ l’itinerario che contempla- evidenziava- l’ educazione alla cittadinanza attiva e responsabile, per strutturarsi negli ambiti interdisciplinari, che afferiscono allo studio della Costituzione, allo sviluppo sostenibile, all’educazione ambientale e alla cittadinanza digitale. Ed è l’itinerario, che, nel coniugarsi e saldarsi con l’apprendimento di tutte le Discipline curriculari, concorre alla formazione di cittadine e cittadini, nei cui comportamenti consapevoli si dispiega il bene della società, in mutuo rapporto di riversibilità.
Rilievo, il professore Pasquale Napolitano riservava alla cittadinanza digitale, per la quale il Giovanni XXIII è attivamente impegnato con una specifica programmazione didattica in ambito informatico, di cui la Web \ Tv ,operativa da un mese, è un’interessante espressione, che coinvolge l’intera comunità scolastica. Dato rilievo alle progettualità messa in atto dal Giovanni XXIII ed approvata nelle competenti sedi, Napolitano sottolineava l’importanza della dotazione economica riconosciuta e acquisita nel quadro del Pnrr, pari ad oltre 140 mila euro; una dotazione che, inclusi altri interventi, permetterà in particolare al presidio di via Luigi Napolitano di allestire al meglio dell’efficienza gestionale i Laboratori per ospitare sistemi informatici, sistemi digitali integrati di realtà virtuale ed aumentata. E’ lo status, con cui si regge il normale passo della Scuola 4. 0, quella che si profila. E il passo normale della Scuola 4.0 nella costruzione della cittadinanza digitale non può che essere il più esteso e diffuso possibile.
L’Italia sarà quel che il Mezzogiorno sarà: Giuseppe Mazzini
Mezzogiornificazione, è il termine coniato, qualche anno fa, dall’economista Paul Krugman, nel rappresentare la somma di criticità e inadeguatezze da cui è fortemente gravato e penalizzato il Mezzogiorno rispetto all’assetto, relativamente virtuoso, in cui versano le regioni Centro–settentrionali sul piano socio– politico ed economico–produttivo.
E’ dualismo divaricante Sud–Nord che rischia di allargarsi, se già non vi si è esteso, o in parte vi si è traslato, all’ Europa di Bruxelles. Una rappresentazione dell’attualità, secondo Krugman, che, per altri e profili, richiama Giuseppe Mazzini, il quale prima che si realizzasse l’ Unificazione risorgimentale, con la proclamazione del Regno d’ Italia nel 1861, affermò che il Mezzogiorno non costituiva un problema nazionale in sé, per sostenere, invece, che “ l’ Italia sarà quel che il Mezzogiorno sarà”. Come per prevedere che il permanere dei divari territoriali, senza un’organica condivisione politica, di cui si faccia carico lo Stato, per nulla giova al sistema-Paese, finendo anzi per depotenziarlo e frantumarlo; una condizione, di cui il Mezzogiorno è realtà visibile ad occhio nudo.
I riferimenti a Paul Krugman,- strettamente correlati al presente, e quelli enunciati da Giuseppe Mazzini ben oltre un secolo e mezzo fa, in funzione della centralità da conferire al Mezzogiorno nell’azione dello Stato in fieri e ancorata alla visione laica e repubblicana, rispetto alle statualità esistenti,- costituivano l’elemento basilare dell’intervento del professore Gaetano Vecchione, docente di Economia applicata internazionale nel Dipartimento di Scienze politiche della Federico II. Un intervento di macro-economia, focalizzando sia la crisi economico-finanziaria del 2008, sia il conflitto in Ucraina, ed incentrato sullo scenario che connota le criticità del Mezzogiorno, nel contesto statuale e nelle dinamiche dell’Unione europea; un’analisi mirata, per far emergere quale sia l’importanza degli investimenti che il Piano nazionale di ripresa e resilienza destina al Mezzogiorno, nella loro specificità valgono 82 miliardi, da utilizzare entro il 2026, con stringenti vincoli di risultato e controlli semestrali a garanzia dell’osservanza degli impegni assunti per realizzare le opere, con progettazioni regolarmente approvate, tenendo presente che le inadempienze fanno revocare i finanziamenti. Senza dire dei fondi ordinari dell ’Unione europea messi a disposizione delle regioni meridionali, ma non spesi ed utilizzabili fino al 2030, che superano i 100 miliardi di euro.
Interessanti la lettura e l’interpretazione, sviluppate dal professore Gaetano Vecchione, in ordine ai dati statistici del recente rapporto della Svimez, nel marcare lo stato di sofferenza che penalizza il Mezzogiorno nella filiera–Istruzione, sul versante delle infrastrutture e dei servizi, con estese carenze di palestre ed aule – di-mensa. Un elemento di sintesi è particolarmente significativo: alla bambina e al bambino che frequentano la Scuola primaria nelle regioni del Centro– Nord sono fornite dallo Stato in media annua 1226 ore di formazione. Alla stessa bambina e allo stesso bambino che frequentano, però, la Scuola primaria nelle regioni del Mezzogiorno, lo Stato in media annua procura poco più di 1000 ore di attività formativa. E’ la perdita secca di 200 ore di azione didattico- formativa in media annua. Il che vuole dire che alla bambina e al bambino che frequentano la Scuola primaria nelle regioni meridionali al ciclo quinquennale di formazione regolare, è sottratto un anno. Altro dato: nelle regioni del Mezzogiorno, del tempo pieno nella beneficia soltanto il 18% delle bambine e dei bambini che frequentano la Scuola primaria. La frequenza del tempo pieno nella Scuola primaria delle regioni del Centro– Nord si sulla soglia del 48% eleva.
E’ l’ Italia delle due Scuole, quale esiste da decenni. E che ora incrocia il declino demografico, particolarmente esteso nelle regioni meridionali. Un problema strutturale che fa risaltare il vuoto pneumatico formatasi nel corso degli ultimi trent’anni, rispetto alle politiche per la famiglia.
Ad introdurre il Forum, inserito nell’ Agenda della conoscenza, per il 2023, Carlo Melissa. La coordinazione è stata di Silvana Acierno.