“L’avvicendamento tra una gestione commissariare e l’altra è un primo timido passo, seppur miracoloso per come è maturato, nella conduzione dell’emergenza che vivono gli allevatori della filiera bufalina e l’indotto della provincia di Caserta”. E’ quanto ha dichiarato questo pomeriggio il Segretario Generale della Cisal Caserta Ferdinando Palumbo, il sindacalista che ha spalleggiato sin dall’inizio la protesta. “Si certifica senza tema di smentita che ciò che è stato posto in essere sinora non ha sortito effetti e che dunque bisogna repentinamente cambiare registro. Nell’attesa di comprendere chi e come attuerà i piani di intervento e se ci sarà o meno continuità col passato, prendiamo atto che occorreranno tempi lunghi. Per quanto ci riguarda è opportuno porre in essere strumenti di ammortizzazione sociale straordinari capaci di intervenire lungo tutta la filiera ed ai margini della stessa per mettere in sicurezza l’oro bianco di terra di lavoro e gli addetti, ovvero coloro di cui sinora si è parlato meno: sono quattromila gli operatori che vanno conteggiati agli allevatori. Col tempo” ha concluso il sindacalista “andranno altresì chiarite le resistenze e le lungaggini di questi anni che hanno portato a centomila abbattimenti di capi a fronte dei quali, è storia degli ultimi giorni, il portavoce degli allevatori ha intrapreso l’estremo atto di un rischiosissimo sciopero della fame”.