Per il Napoli è il simbolo della rinascita dopo un’annata disastrosa. Ma tutti, dai tifosi agli esperti del settore, sapevano che l’arrivo di Antonio Conte al Napoli sarebbe stato un pieno riscatto dopo una stagione completamente da dimenticare. D’altronde il tecnico salentino è da sempre uno degli allenatori più desiderati da parte tutte le migliori squadre d’Europa e per risollevare le sorti di una squadra che in pochi mesi è passata dal giubilo del terzo Scudetto al buio di una stagione funestata da sconfitte e delusioni serviva proprio uno come lui. Ma in qualche modo l’arrivo di Antonio Conte al Napoli come salvatore della patria ricorda un po’ la sua esperienza in Inghilterra, al Chelsea, dove proprio prese una squadra allo sbando e la riportò alla vittoria. Lo stesso Chelsea che oggi in campionato è in corsa per la qualificazione all’Europa che conta ma non può essere certamente considerato, anche stando a quanto rivelano le quote scommesse sulla Premier League, una delle formazioni in grado di lottare per il titolo nazionale, che vede decisamente favoriti Manchester City, Arsenal e Liverpool.
Il Napoli di Antonio Conte
Tatticamente il Napoli di Antonio Conte è partito ad agosto con una squadra piazzata con il sistema di gioco del 3-4-2-1 ma che, in corso d’opera, ha dovuto cambiare pelle ritornando alla difesa a quattro e tenendo un centrocampo più stretto. Questo grazie anche all’exploit dello scozzese Scott McTominay, uno di quei giocatori cosiddetti box to box, in grado di aiutare tanto la fase difensiva di una squadra, quanto quella offensiva. Ma soprattutto, oltre all’aspetto tattico, Conte ha dato una direzione diversa alla squadra partenopea a partire dalla testa. La forza, il carattere e l’intelligenza tattica del tecnico salentino hanno trasmesso fiducia all’intero spogliatoio, offrendo sicurezza e di conseguenza risultati che sul campo si sono tradotti in corsa, gol e affiatamento tra i compagni. Certo sono stati decisivi anche acquisti importanti in sede di mercato, ma, come si suol dire in questi casi, un buon allenatore deve anche saper gestire uno spogliatoio di alta qualità.
Il Chelsea di Antonio Conte
E questa forza nella squadra la si può ben rivedere nella sua esperienza inglese, quando fu chiamato a guidare il Chelsea nella stagione 2016-2017. L’anno prima i londinesi erano arrivati decimi in campionato, in una delle stagioni più deludenti della loro storia. Conte prese per mano la squadra e la portò, appena un anno dopo, a vincere la Premier League. La storia del Napoli, della sua delusione dopo l’euforia dello Scudetto, è davvero molto simile a quella del Chelsea di quegli anni. I blues avevano vinto la Premier due anni prima con Mourinho, poi ci fu un anno disastroso e poi l’arrivo di Conte, che all’epoca era CT della Nazionale italiana. Come il Napoli quest’anno anche quel Chelsea fece acquisti in sede di mercato ragionati e utili al gioco dell’allenatore salentino, e come il Napoli quest’anno quella volta Conte plasmò la squadra a sua immagine e somiglianza, vincendo la Premier davanti a Tottenham, Liverpool e City. Un percorso molto simile che, si spera, possa far sorridere di nuovo i tifosi partenopei.