Un defibrillatore con le ali per accorciare le distanze tra chi è in preda ad un attacco cardiaco e chi è chiamato a prestargli soccorso in un tempo limitatissimo, ma che spesso è ostacolato dalle lunghe distanze o da altri impedimenti nel tragitto: c’è tutto questo e altro ancora nel progetto dell’ADA di Napoli, associazione per i diritti degli anziani presieduta da Mara D’Onofrio, presentato ieri, sabato 23 ottobre, presso la sala convegni dell’Agenzia di Sviluppo dei Comuni dell’area nolana a Camposano, nel corso dell’incontro dal tema “I droni di pubblica utilità in protezione civile: il supporto all’emergenza cardiaca per i cittadini e la popolazione anziana”.
Parte così nell’area nolana un progetto sperimentale, che trova poche altre similitudini sia in Italia che all’estero e che ha come obiettivo quello di realizzare un modello operativo di intervento tempestivo. L’idea è dell’ADA di Napoli, che è riuscita a mettere in rete le competenze ed il know–how necessari per poter portare al successo l’iniziativa, attraverso un protocollo d’intesa siglato ieri, oltre che dall’ADA stessa, dall’Agenzia di Sviluppo dei Comuni dell’area nolana, dalla Aft Belsito che aggrega i medici di base e di medicina generale, dalla Siralab Robotics, dall’azienda Auexde, dal comitato di Napoli della Croce Rossa italiana, dalla Uil Campania e dalla Uil Pensionati nazionale.
In questa prima fase, il progetto-pilota riguarderà le popolazioni di alcuni Comuni, tra i quali Nola e Visciano (NA). Quest’ultimo, arroccato sulle colline nolane e raggiungibile attraverso una sola arteria stradale, rappresenta la località ideale per sperimentare tempi, performance e percorsi da compiere. Tutto dovrà essere oggetto di studio approfondito, a cominciare proprio dal volo del defibrillatore alato che dovrà rispettare tutte le prescrizioni imposte dall’Enac. Particolarmente significativo a questo riguardo sarà il lavoro svolto dall’Agenzia di Sviluppo dei Comuni dell’area nolana, rappresentata ieri dal suo amministratore unico Vincenzo Caprio e dal geologo Orazio Colucci, che ha già maturato notevole esperienza in tema di utilizzo dei droni e delle tecnologie applicate ai velivoli a pilotaggio remoto.
Ciascuno dei soggetti istituzionali e privati coinvolti farà la propria parte, in quella che Mara D’Onofrio, presidente dell’ADA, ha definito come «una sfida per contribuire a salvare vite umane spesso messe in pericolo non solo dalle malattie ma anche dalla impossibilità di garantire interventi tempestivi». «Questo esperimento – ha spiegato Biagio Ciccone, segretario generale della Uil pensionati della Campania – dall’alto valore sia scientifico che etico, coniugando la nuova tecnologia con le esigenze sociali, ci aiuterà a trasformare una sanità di attesa in una sanità che va incontro al cittadino». Sulla stessa lunghezza d’onda, il segretario regionale della Uil Campania Giovanni Sgambati, secondo il quale «quando questo modello diventerà operativo potrà essere funzionale anche alla tutela della salute nei luoghi di lavoro». «Ad utilizzare i defibrillatori volanti per salvare vite umane – ha commentato infine il segretario generale nazionale della Uil Pensionati Carmelo Barbagallo – potrebbero essere proprio gli anziani. È a loro – ha detto – che bisogna affidare i lavori di pubblica utilità e non solo perché possono ancora dare tanto agli altri, ma anche perché assegnare certi ruoli ai giovani significa alimentare la precarietà».