Nel 1984 giunse da Cremona a Serino un giovanissimo prete che aveva come nome Don Giancarlo Regazzatti, ma che tutti chiameranno per sempre don Carlo.
Questo prete fu parroco nella zona del serinese più colpita dal terremoto e quando andò via nel 1997, ancora molte famiglie vivevano nei container e molte case dovevano ancora essere ricostruite.
La storia di questo prete straordinario ha condizionato lo sviluppo di una intera generazione e la sua presenza è stata un dono del “terremoto”, un’opportunità solo in parte sfruttata.
Il prete alto e magro, che viaggiava su di un motorino sgangherato e indossava un abito talare liso e sandali sia d’estate che d’inverno, conquistò i serinesi e soprattutto i bambini e i giovani. Diede vita all’oratorio, ad una serie interminabile di attività ludiche e ricreative, ma allo stesso tempo fu la presenza di Dio in una terra martoriata e desolata.
Viveva in semplicità e amava gli ultimi. Il suo accento settentrionale caratterizzava un tono di voce confidenziale e amorevole, che creava relazione e vicinanza. Don Carlo fu innamorato del sud e dopo 13 anni trascorsi a Serino, partì per il Brasile, per un altro sud del mondo, consapevole che la sua missione doveva continuare. Quando tornava in Italia, passava sempre per l’Irpinia: ormai qui era di casa!
Purtroppo un brutto male lo ha portato via, ha spento il suo timido sorriso, ha fermato il suo passo veloce e deciso. Una malattia lo ha strappato all’amore di chi lo ha conosciuto e di chi gli ha voluto bene, perché non poteva fare altrimenti.
Oggi i funerali nella Chiesa del suo paese di origine, in provincia di Cremona e alle ore 15 l’associazione SERINOSOSTENIBILE pianterà un albero di olivo vicino alla Chiesa che lui contribuì a far ricostruire.
Il sindaco, Vito Pelosi, a nome dell’intera comunità serinese porrà un segno, piccolissimo, per ricordare la grandissima generosità di don Carlo. Piantare un albero è una cosa semplice, ma significa avere fiducia nel futuro che è la speranza nel vederlo crescere.
Serino vuole dire a don Carlo: A…DIO, carissimo don Carlo, innamorato del nostro sud e di tutti i sud del mondo!