- a cura di Sara Iannaccone
Elon Musk ha raggiunto un accordo con il Consiglio d’Amministrazione per l’acquisto di Twitter, il quale ha accettato un offerta di 44 miliardi di dollari.
Di fronte a tale notizia le reazioni non si sono fatte attendere, e buona parte di esse non approvano la conversione della piattaforma da società per azioni a società privata.
Per Elon Musk non è stato così semplice arrivare a un accordo, infatti in un primo momento c’è stata una forte riluttanza da parte del Consiglio d’Amministrazione a cedere l’offerta del CEO di Tesla, ma, alla fine si è giunti ad un contratto. E’ interessante sapere però, che poco tempo fa, i legislatori statunitensi avevano dichiarato di avere l’autorità di citare in giudizio Musk per i suoi tweet e avevano sollecitato un giudice federale a non lasciarlo twittare senza supervisione.
Ma da ora in poi, diventando il proprietario, questo problema non ci sarà più!
Nonostante le perplessità di molti, l’acquisto è stato visto di buon occhio dal co-fondatore di Twitter Jack Dorsey, il quale si dimise lo scorso novembre come Amministratore Delegato, affermando: “Amo Twitter. Twitter è la cosa più vicina che abbiamo a una coscienza globale. […] Vuole essere un bene pubblico a livello di protocollo, non un’azienda. Risolvendo il problema di essere un’azienda, tuttavia, Elon è la singolare soluzione di cui mi fido. Confido nella sua missione di estendere la luce della coscienza.
L’obiettivo di Elon di creare una piattaforma “massimamente affidabile e ampiamente inclusiva” è quella giusto. Questo è anche l’obiettivo di Parag Agrawal e perché l’ho scelto. […] Sono così felice che Twitter continuerà a servire la conversazione pubblica. In tutto il mondo e nelle stelle!”
Il miliardario, in base alle vicissitudini che lo hanno punzecchiato in questi mesi, in una dichiarazione ha asserito: “La libertà di parola è il fondamento di una democrazia funzionante, e Twitter è la piazza digitale dove si discutono questioni vitali per il futuro dell’umanità”.
E’ chiaro quindi che, da questo momento in poi, a prendersi l’onore e l’onere di garante della pubblica discussione sarà egli stesso; in altre parole ad assicurare la tutela della libertà d’espressione non è una istituzione pubblica, ma si rimette alla volontà di un privato.
La polemica è diventata mediatica perchè, in questo momento storico, c’è una spaccatura ideologica, quasi novecentesca, di chi merita la medaglia della democrazia. Elon Musk attraverso le sue forti parole ha alzato un polverone, e infatti vedremo se da parte sua c’è davvero intenzione di difendere il diritto di parola o se applicherà la censura per chi non rispetta gli standard della “community”.
(In copertina, foto by pixabay)