“Solo in Italia può accadere che uno stabile sia adibito alla produzione senza problemi per decenni e che poi all’atto della cessione all’improvviso emerga la sua non idoneità”. Così esordiscono Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm, Crescenzo Auriemma, segretario generale Uilm Campania, e Antonello Accurso, segretario regionale Uilm, a proposito della ex Whirlpool di Napoli.
“La comunicazione di Adler – argomentano i sindacalisti della Uilm – è la conseguenza di pastoie e di ritardi burocratici intollerabili e di un atteggiamento da parte delle Istituzioni incomprensibile, ma arriva anche dopo un incontro ministeriale in cui era stato sostenuto che tutto potesse essere risolto. Le Istituzioni italiane in questa vertenza non solo non hanno saputo impedire alla Whirlpool di cessare la produzione, ma addirittura oggi, dopo continui rimandi e approfondimenti, nei fatti stanno costituendo un ostacolo per la possibile ripresa della produzione ad opera del Consorzio capeggiato da Adler”.
“È oramai da mesi – aggiungono i sindacalisti – che si parla solo dei problemi burocratici, innanzitutto quelli ambientali. Nell’ultimo incontro col Ministero dello Sviluppo economico la situazione ci era stata descritta come quasi risolta, ma noi non avevamo nascosto le nostre fortissime preoccupazioni. Le Istituzioni dovrebbero riunirsi fra loro per risolvere i problemi burocratici o per varare un intervento risolutivo, qualora si riscontrassero problemi non solo formali ma sostanziali. Invece le pastoie burocratiche hanno finito col rappresentare quasi un alibi per evitare di affrontare le questioni vere, quelle che interessano ai lavoratori, vale a dire quelle del piano industriale. Siamo stanchi di parlare di immobili e di documentazioni, dobbiamo parlare di lavoro e dobbiamo farlo urgentemente, giacché il termine di scadenza del sussidio di disoccupazione continua a decorrere. È arrivato il momento che ci venga presentata l’iniziativa industriale nel suo complesso. Le istituzioni hanno garantito di avere una soluzione pronta già dall’agosto del 2021 e ad oggi anche il soggetto capofila li smentisce e sembra volersi sfilare. I lavoratori meritano chiarezza e concretezza dopo tre anni di lotta e di attese”.