E’ noto ai più che, ogni anno, nella città di Nola, la domenica successiva al 22 giugno si svolge la celebre Festa dei Gigli. Una festa tradizionale cattolica e popolare che celebra il Santo patrono Paolino. La leggenda vuole che Alarico, re dei Visigoti, nella prima metà del V secolo dopo Cristo, distrusse gran parte della Città e prese con sé in ostaggio alcuni cittadini. Venutone a conoscenza Paolino, Vescovo di Nola proveniente da Bordeaux, dopo aver offerto doni ai goti per il riscatto dei nolani rapiti, offrì la sua vita in cambio di quella del figlio di una vedova. Alarico, tuttavia, avendo timore per il Vescovo cristiano, libererà Paolino e gli ostaggi. Al suo ritorno, i nolani gli tributeranno grandi festeggiamenti e lo accompagneranno in processione fino alla sede vescovile, alla testa dei gonfaloni delle corporazioni delle arti e dei mestieri. La comunità nolana, dunque, da mille e seicento anni, rende omaggio al Santo patrono in una Festa spettacolare in cui si fondono in un connubio indissolubile sacro e profano. Nel corso dei secoli, sebbene l’aspetto religioso, folkloristico e pittoresco mai siano venuti meno, la fisionomia della Festa e dei suoi Gigli è mutata. Si sono radicalmente modificati, come ovvio che fosse, i tratti caratteristici della struttura del Giglio. Ambrogio Leone, storico nolano cinquecentesco, per esempio, descriveva il giglio come una grandissima torcia a guisa di colonna, adornata di spighe di grano. Nel ‘700, due secoli più tardi, il Remondini descriverà i gigli come torri dalla struttura piramidale ornate di fiori. Col passare del tempo- tra la metà e la fine dell’800- i ceri lignei raggiunsero l’altezza di 25 metri e gli artigiani nolani, sostituendo fiori drappi e stoffe, si concentrarono sulla realizzazione di ornamenti in cartapesta. Soltanto agli inizi del ‘900, infine, si perverrà definitivamente all’attuale composizione. Il gruppo di Nola del Fondo Ambiente Italiano, in vista del giugno nolano, porrà all’attenzione le origini e l’evoluzione della kermesse. Il gruppo FAI della Città bruniana presenterà agli astanti le fasi costruttive degli obelischi lignei e lo sviluppo storico di questi. La fase di primaria importanza è forse proprio quella che in gergo viene definita l’alzata della borda. La borda è l’asse centrale della struttura del giglio, in legno di abete, ed è costituita da quattro o cinque tronchi tenuti insieme da giunture ad incastro. L’ asse assemblata viene letteralmente issata dagli operai delle botteghe con l’ausilio di funi lunghe dai 30 ai 60 metri. Una serie di regole non scritte governano la realizzazione dei Gigli: gesti rituali, tecniche segrete che, assecondando le forze della natura, si tramandano di padre in figlio. Gli artigiani nolani sono i gelosi custodi del patrimonio immateriale della comunità. Un patrimonio che si evolve, progredisce con l’avanzare delle epoche. La visita FAI si articolerà in quattro tappe e seguirà, passo dopo passo, il percorso della processione giglistica. L’ itinerario si snoderà lungo Piazza Duomo, Via San Felice, Via San Paolino, Piazza Giordano Bruno e lungo le altre strade che i Gigli attraversano la domenica della Festa. Le date in cui si svolgeranno le visite FAI sono il 7 ed il 15 giugno. L’orario di inizio della visita (per entrambi i giorni) è quello delle 17:30 per una durata complessiva di due ore. Visita che culminerà rispettivamente alla Villa Comunale nella data del 7 giugno e nella Piazza del Collegio nella data del 15. Seguirà un intrattenimento culturale ad hoc ed un piccolo rinfresco, in attesa dell’ alzata della borda. La prenotazione è obbligatoria e si dovrà inviare un messaggio al numero di cellulare 3464790654. Si consigliano, pur non essendoci barriere architettoniche, scarpe comode.
FRANCESCO DI PALMA