A volte la storia contemporanea di Forino riserva veramente graditissime notizie. Quella di cui parleremo riguarda uno dei più grandi stilisti italiani anni 60/ 70 del 1900 che con la sua alta moda di pregio e qualità é riuscito a vestire con le sue collezioni attrici del calibro di Sophia Loren, Anita Ekberg, Jane Fonda, della regina Anna Maria di Grecia, della Principessa Alessandra Torlonia, di Ira Von Fürstenberg e Marella Agnelli, Jackline Kennedy Parliamo di Federico Forquet discendente da una famiglia di origine francese, stabilitasi a Napoli agli inizi del 1800. Forquet nasce il 1931 a Napoli dove cresce all’ombra del Vesuvio a contatto col bel mondo, frequentando i salotti buoni. Il suo legame con la Città Forino è dovuto alla stretta parentela con la famiglia Parise essendo nipote del Cav. Gaetano. Questo stretto legame porta Forquet a vivere parte dell’ infanzia e della prima adoloscenza nella Cittadina dei Sette Colli, dove assieme alla sua famiglia, tornava gradevolmente e con assidua frequenza. In 10 anni di attività lo stilista impresse un segno indelebile alla moda italiana degli anni Sessanta e Settanta. I suoi magistrali tagli, i suoi inconsueti accostamenti di colore erano adorati dal jet set internazionale. La sua prima sfilata di debutto nel 1962 presso la Sala Bianca di Palazzo Pitti a Firenze fu consacrazione di meritato successo . Il suo stile lineare, architettonico nello studio delle geometrie dei pattern, degli abiti e del loro rapporto con il corpo femminile, i contrasti di colore pieni, vibranti, e quell’intrinseca raffinatezza, gli valsero gli epiteti di “Dior italiano” affibbiatogli da Irene Brin per Harper’s Bazaar e “Frederick the Great” dal mensile inglese Queen e dal Courtier Design di Vogue. Dopo lo splendido decennio da stilista dell’ alta moda conclusosi per mera scelta personale a cavallo del 1972/73, ecco la sua poliedricita’ espressa come interior designer, antiquario, progettista di giardini. Infatti impossibile pretendere di inscatolare l’estro poliedrico di Federico Forquet in una sola parola. Come ricorda Alvar Gonzàles-Palacios, storico dell’arte e vecchio amico del couturier, “Federico appartiene a quel raro gruppo di persone che hanno fatto tante professioni, e tutte molto bene”. Daniele Biondi