L’impatto del Coronavirus influisce sull’economia nazionale soprattutto dei piccoli Comuni interni già provati, e anche sul commercio europeo ed internazionale, con difficoltà alle frontiere.
La filiera agroalimentare sebbene sia stata annoverata tra le attività indispensabili dai DPCM istituzionali, nel rispetto di tutte le norme, risulta gravemente in difficoltà. Ed in particolare il settore ovino, caprino e bovino ed il comparto vitivinicolo in Irpinia sono in ginocchio, anche per la chiusura del settore Ho.Re.Ca e per il crollo vorticoso delle richieste da parte di bar, ristoranti, paninoteche, agriturismi e alberghi. Il settore vitivinicolo, inoltre, con la chiusura di cantine, l’annullamento del Vinitaly, vetrina internazionale, difficoltà con l’esportazione, e la soppressione del turismo del vino ha avuto forti ripercussioni anche sul lungo termine per quanto riguarda la cura dei vigniti, dei vini, per mancanza di liquidità e non riuscendo neanche a far fronte alle mutabili condizioni atmosferiche.
Gaudiosi, Presidente di AssoApi, afferma a tal proposito: “Urgono misure ed interventi mirati per difendere il settore primario e le produzioni dell’Irpinia, puntando a ridurre le conseguenze economiche dettate dall’emergenza sanitaria sull’agricoltura. La produzione delle eccellenze irpine ora è vista con sospetto dai mercati esteri in quanto c’è diffidenza e paura per possibili contagi. Serve un piano oculato anche per il rilancio promozionale sui mercati ma ancor più urgente è che la Regione Campania non lasci sola l’Irpinia coi suoi 118 Comuni, mettendo in campo strumenti e risorse per supportare il settore vitivinicolo da sempre fiore all’occhiello di queste terre e i settori ovino e caprino. Vanno tutelati i prodotti bio, a chilometro zero e le eccellenze irpine che sono prodotte solo in alcune zone più interne e legati alle tradizioni di queste terra come il caciocavallo podolico, il pecorino, il carmasciano, la ricotta salata che insieme agli insaccati è classico antipasto.”
Continua Gaudiosi: “L’economia nelle zone interne già in tempi normali è alquanto affossata, in una situazione di crisi mondiale come questa non possono che risentirne maggiormente. Nella nuova delibera della Giunta della Regione Campania in materia di politiche agricole, mi riferisco alla n.211 del 5 maggio 2020 si è pensato solo alla provincia di Salerno e a Caserta prevedendo 10 milioni di euro per il comparto bufalino, 10 milioni di euro per il settore florovivaistico e per le imprese della pesca e dell’acquacoltura …e l’Irpinia dov’è? Manca all’appello tutta la provincia di Avellino che è stata totalmente trascurata”.
Tuona inoltre il Presidente di AssoApi: “Il consigliere regionale Todisco addetto alle tematiche e alle questioni delle “aree Interne” non risponde alle vere esigenze del territorio, è inadempiente, ha favorito solo il settore delle bufale. E il comparto ovino, caprino e bovino, ripeto, su cui si fonda per lo più l’Irpinia non compaiono. Così si andrà a salvaguardare solo l’economia della Costiera che di per sé già è più fiorente rispetto ai paesini dell’hinterland nostrano.”