La Campania sta vivendo un periodo di crescita economica significativa, trainata da un export in espansione che nel 2024 ha registrato un incremento del 2,7%, come riportato nell’ultimo bollettino economico di SRM – Studi e Ricerche per il Mezzogiorno. Le eccellenze locali, come i prodotti agroalimentari e le tradizioni artigianali, stanno conquistando nuovi mercati internazionali, contribuendo a rafforzare l’immagine della regione. Tuttavia, dietro il successo dei prodotti campani, si cela un paradosso che sta minando la competitività delle imprese: la difficoltà nel reperire personale qualificato.
Questo fenomeno sta diventando un ostacolo sempre più insidioso, soprattutto per settori cruciali come quello agroalimentare, che da sempre rappresenta uno dei pilastri dell’economia regionale. Le aziende campane, nonostante la crescita dell’export e la crescente domanda di prodotti autentici e di alta qualità, si trovano a fronteggiare una grave carenza di manodopera specializzata.
Marco Pezzella, amministratore di Sapori del Sannio, storica azienda di salumi tipici campani, racconta la difficile realtà che stanno affrontando le imprese del settore: «Il salame Napoli e il salame Mugnano, come da tradizione, devono essere insaccati e legati a mano. Per farlo, utilizziamo pulmini per trasportare donne specializzate da Mugnano del Cardinale, ma oggi queste figure professionali sono sempre più rare e anziane. È un mestiere in via di estinzione, e questo ci sta creando enormi difficoltà nella produzione». La scomparsa di queste competenze tradizionali potrebbe mettere a rischio la qualità e l’identità di questi prodotti tipici.
La difficoltà a reperire personale qualificato non riguarda solo la salumeria, ma si estende anche ad altri settori come la gastronomia e l’agricoltura. Antonio Ferrieri, titolare di Cuori di Sfogliatella e presidente dell’Unione Agroalimentari di Confapi Napoli, evidenzia come le difficoltà siano aumentate dopo la pandemia: «Prima del Covid, questa esigenza era molto più limitata. Oggi, invece, i giovani sono meno predisposti al sacrificio. Quando sentono che devono lavorare nel weekend, spesso scappano via». Ferrieri sottolinea come le aziende siano costrette a formare il personale internamente, un processo che impatta negativamente sui costi e sulla produttività.
Il problema si estende anche al settore artigianale, come conferma Roberto Cavaliere, fondatore di Campania Tipica, una rete di circa 30 aziende che operano nei settori agroalimentare, ristorazione, artigianato e turismo: «Abbiamo bisogno di personale in ogni settore, ma ci troviamo costretti a formare direttamente i nuovi assunti. Le scuole professionali e gli ITS non riescono a soddisfare le esigenze del mercato. Servirebbe un maggiore impegno per incentivare i giovani ad appassionarsi ai mestieri tradizionali», spiega Cavaliere, aggiungendo che Campania Tipica aderisce al Progetto CompraSud, volto a promuovere le eccellenze produttive del Sud Italia.
Le cause e le soluzioni
I dati economici parlano chiaro: la Campania è una delle regioni più dinamiche del Sud Italia, con una crescita del PIL superiore alla media nazionale. Tuttavia, questa crescita rischia di essere frenata dalla carenza di competenze professionali che non riescono a tenere il passo con la domanda del mercato. Gli imprenditori campani chiedono azioni concrete per colmare il divario tra domanda e offerta di lavoro. Tra le proposte avanzate figurano:
•un maggiore raccordo tra scuole e imprese;
•incentivi per la formazione professionale;
•una semplificazione delle procedure di assunzione.
Secondo gli imprenditori, una strategia coordinata tra istituzioni, scuole e aziende è fondamentale per garantire il futuro delle imprese campane e la salvaguardia delle tradizioni che rendono unica la regione nel mondo.
Il rischio per il comparto agroalimentare
Il futuro del comparto agroalimentare campano è legato a un equilibrio sottile tra tradizione, qualità e innovazione. Ma senza le giuste competenze, questo equilibrio potrebbe rompersi, mettendo a rischio uno dei settori più rappresentativi della regione. La sfida per la Campania è quella di trovare un punto di incontro tra la crescente domanda di prodotti eccellenti e la disponibilità di una forza lavoro preparata e motivata a mantenere vive le tradizioni che da sempre caratterizzano l’eccellenza agroalimentare della regione.
In sintesi, la crescita economica della Campania è innegabile, ma senza un adeguato investimento sulle competenze professionali e sulla formazione dei giovani, il rischio è che questo successo venga vanificato, con un impatto negativo per le imprese e per il patrimonio culturale ed economico della regione.