Malattia di Crohn, nuove terapie e rete regionale in Campania per migliorare la gestione

Malattia di Crohn, nuove terapie e rete regionale in Campania per migliorare la gestione

In Campania si stima che circa 5.000 persone siano affette dalla malattia di Crohn, un dato probabilmente sottostimato a causa della mancanza di un registro specifico e dei ritardi diagnostici. Questa patologia infiammatoria cronica intestinale colpisce in particolare i giovani tra i 15 e i 40 anni, manifestandosi con sintomi variabili come dolori addominali, diarrea cronica, calo ponderale e complicanze extraintestinali.

L’attenzione alla diagnosi precoce è fondamentale per avviare terapie tempestive ed evitare complicanze chirurgiche. Negli ultimi anni, l’introduzione di farmaci biotecnologici ha rivoluzionato il trattamento della malattia, consentendo di ridurre l’infiammazione e migliorare la qualità di vita dei pazienti. Tra le nuove opzioni terapeutiche, la Commissione Europea ha recentemente approvato mirikizumab, un anticorpo monoclonale mirato all’interleuchina-23, indicato per i pazienti con malattia di Crohn attiva da moderata a grave che non rispondono alle terapie convenzionali. Gli studi clinici hanno dimostrato un significativo miglioramento della remissione clinica e della risposta endoscopica nel lungo periodo.

La Regione Campania ha già adottato un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) per le malattie infiammatorie croniche intestinali e sta lavorando alla creazione di una rete regionale per ottimizzare la gestione dei pazienti. Strutture specializzate, come il Centro MICI dell’AOU Federico II di Napoli, seguono migliaia di pazienti con un approccio multidisciplinare, garantendo continuità assistenziale e servizi innovativi come il call center dedicato e la televisita. L’obiettivo è migliorare l’accesso alle cure e ridurre l’impatto della malattia sulla vita quotidiana dei pazienti.